I Petramante sono sempre stati una band che le storie le andava a cercare, scoprendole di volta in volta, svelandole con la ferocia e l’eleganza di una musica che univa rock e cantautorato. Una carriera iniziata nel 2009 quella di Francesca Dragoni, Simone Stopponi, Maurizio Freddano, Simone Possieri messa a frutto sui palchi e in due album (“É per mangiarti meglio” e “Ciò che a voi sembra osceno a me pare cielo” prodotto da Paolo Benvegnù) prima di una pausa durata dieci anni.
“Ortica” è il disco numero tre, un album corale realizzato con l’aiuto del compositore Arturo Annecchino autore di quattro strumentali (“A1″ “A2″ “A3″ “A4″) che ne scandiscono i passaggi temporali e sonori, di Nada che duetta ne “Il male necessario”, di Gianmarco Fusari autore di “Ahimé” e di Pino Strabioli che recita in “Deandrè” solo per citare qualche nome. Brani registrati al mattino mentre i figli erano a scuola, senza nulla da perdere con la voce di Francesca Dragoni in gran forma e due brani cantati da Stopponi: “Tu prima di te” e “Canzone verde”.
Un viaggio tra leggerezza e responsabilità dove anche i temi più caldi e difficili vengono affrontati con delicatezza. E’ il caso di “NOF4″ dedicato alla vita e alle opere di Oreste Ferdinando Nanetti recluso nel manicomio di Volterra o “Levitas” ispirata a “Vite straordinarie di uomini volanti” di Errico Buonanno e “Fechner” che cita “Il libretto della vita dopo la morte” di Gustav Theodor Fechner. Ci sono poi ricordi, quelli di “Cicale” e “Tornerò”, cartoline dall’infanzia mai sbiadite.
“Un disco in equilibrio come una brocca piena fino all’orlo poggiata su un tavolo zoppo. E noi a brindarci con i gomiti sopra”
Così il quartetto definisce l’album ed è la descrizione più giusta. “Credo” è poesia e un ritornello che fa tornare in mente “Le Reliquie” (uno dei brani di “Ciò che a voi sembra osceno a me pare cielo”) sempre alla ricerca della serenità o meglio di quella felicità che per i Petramante è un blackout. Equilibri fragili tra elettronica, chitarre e pianoforte che sono la chiave di volta di “Ortica” un ritorno maturo nella scrittura, nei testi e musicalmente convincente.