Sembra proprio che Jack Cooper (Ultimate Painting e Mazes) non abbia alcuna esitazione, il suo progetto Modern Nature continua il suo percorso tutto sommato originale esplorando ancora zone singolari e inedite, un mondo nel quale l’ascoltatore deve entrare in punta di piedi e attendere ascolto dopo ascolto di farne parte.
Scelte coraggiose che si muovono in maniera rarefatta esprimendo in modo naturale una pulsione immateriale e raffinata nel quale la dimensione classica del sistema canzone viene annullata per abbracciare modalità che per un certo verso si avvicinano al jazz.
Per quanto non credo che i brani nascano con elementi di improvvisazione resta il fatto che i musicisti sembrano muoversi liberamente anche se ogni parte del brano, dalla voce alla sezione ritmica e tutto il resto, sembra combinarsi in maniera naturale senza che ci sia un elemento che domini sull’altro.
L’ascolto finisce così con il doversi piegare alla costruzione del brano, quasi assecondarlo prima di riuscire a estrarre il piacere da un momento che richiede la massima attenzione.
L’inizio dell’album mette subito in chiaro le cose, “Tonic” è un brano che muovendosi su un cantato leggero vede gli strumenti entrare con delicatezza e una sezione ritmica che subito colpisce come una pioggerellina all’inizio fastidiosa e poi lentamente piacevole, cosa che si ripete con la seguente “Murmuration” che sembra legarsi alla precedente.
Questa sensazione di un ambiente che si crea intorno al cantato non mi molla proprio, in “Orange” l’uso dei piatti sembrano essere l’elemento che crea una sensazione naturale e la voce di Jack Cooper che si unisce a quella di Julie Tippetts rende il brano uno dei più belli dell’intero album.
“Cascade” certifica come il lavoro stia decollando, è proprio il pezzo che in fondo più ci ricorda l’esordio di qualche anno a iniziare a permettere la chiusura del cerchio, ci fa capire come Jack Cooper ha trovato un percorso che può accompagnarlo per molti anni e rendere i Modern Nature un piccola cult band da tenersi gelosamente stretta.
Evitando di andare su ogni brano mi limito a dire che “Ens?” è una grande chiusura dove l’apporto di Julie Tippetts si fa sentire e chiude un lavoro apparentemente complesso ma che lentamente si apre all’ascolto, un album che da il meglio di se ascoltato in cuffia e sicuramente in un live suonato nel contesto giusto può essere un grande imperdibile momento.
I Modern Nature sono una splendida realtà, con coraggio e personalità portano avanti un progetto validissimo, devo dire che in questo preciso momento ne abbiamo proprio bisogno.