Oggi celebriamo un debutto di una band che, in realtà, è molto più conosciuta e apprezzata per i due album successivi. Perché lo celebriamo, dunque? Lo facciamo perché vogliamo che i nostri lettori non facciamo come colui che, quando gli viene indicata la luna, guarda il dito, ma che abbiano ben chiaro il percorso con cui gli Idlewild sono arrivati ai propri due capolavori. Il viaggio parte dal mini album “Captain” e prosegue con questo “Hope Is Important”, e questi sono i due lavori che la band scozzese ha usato per seminare ciò che ha raccolto in “100 Broken Windows” e “The Remote Part”.
Non si arriva per caso, infatti, alla perizia mostrata da Roddy Woomble e soci nel mettere assieme con gusto, sapienza e ispirazione elementi che non sempre è facile far convivere come il senso melodico e l’aggressività, le armonie e i suoni abrasivi, la versatilità e la coerenza. Gli Idlewild ci sono arrivati per gradi, cominciando da una base nella quale prevalevano i colpi di clava rispetto a quelli di cesello, ma questi ultimi riuscivano comunque ad avere uno spazio minore, ma significativo, in modo poi da trovare il giusto equilibrio man mano. E “Hope Is Important” rappresentava il già ottimo compimento di questa parte del percorso, così la band ha subito avuto modo di muoversi verso le altezze arrivate due e quattro anni dopo.
Riascoltiamolo, allora, questo disco. Devo dire che rimetterlo su dopo una marea di tempo mi ha fatto rendere conto ancora di più di quanto sia sottovalutato. Il suo essere allo stesso tempo scorbutico e attento ai dettagli lo rende davvero magnifico, c’è un insieme tra tiro, spigolosità e definizione melodica, sonora e armonica che letteralmente trascina e fa stare bene. Ogni singola canzone è un centro pieno, e se è vero che nella mia memoria alcune erano molto più presenti rispetto a tutte le altre, parlo di “When I Argue I See Shapes”, “I’m Happy To Be Here Tonight”, “I’m A Message”, in realtà il livello è omogeneo e costantemente alto. In particolare, l’ariosità di “Paint Nothing”, le metriche serrate interpretate con un’espressività magistrale di “4 People Do Good” e la struttura poco convenzionale ma capace di far risaltare l’intensità emotiva di “You Don’t Have The Heart” mi hanno spazzato via.
Se conoscete bene gli Idlewild, sapete già dell’importanza di questo disco e, lo voglio ancora ricordare, di “Captain”, ma se, invece, avete ascoltato solamente i due dischi successivi, rimediate al più presto, perché il contesto è sempre importante, e in questo caso lo è anche un po’ di più. Oggi è il giorno giusto per ricordarci quanto sia importante la speranza.
Pubblicazione: 19 ottobre 1998
Durata: 35:48
Dischi: 1
Tracce: 12
Genere: Rock alternativo, Punk rock, Post-hardcore
Etichetta: Food Records
Tracklist:
You’ve Lost Your Way
A Film for the Future
Paint Nothing
When I Argue I See Shapes
4 People Do Good
I’m Happy to Be Here Tonight
Everyone Says You’re So Fragile
I’m a Message
You Don’t Have the Heart
Close the Door
Safe and Sound
Low Light