Musica che diventa sociologia, sociologia che diventa musica. Potremmo definire così il primo album dei The The, “Soul Mining”. I The The, in realtà, non sarebbero neanche una band. Il progetto, infatti, non è altro che la vision artistica e musicale di quel geniaccio che era (ed è tutt’ora) Matt Johnson. Il musicista londinese, in verità, durante la lavorazione del disco, si circonda di artisti che contribuiranno non poco all’ottima riuscita dello stesso. Da Foetus (pioniere dell’industrial) a Zeke Manyika degli Orange Juice, da Jools Holland a Thomas Leer.

Musica e sociologia, dicevamo. Già, perché “Soul Mining” è un disco che parla di alienazione sociale e di relazioni tormentate, di povertà e di ecologia, in un’epoca, i primi Anni Ottanta, in cui le canzoni degli “altri” raccontavano principalmente di feste in maschera e di cocktail a bordo piscina. Una rivoluzione, insomma. È cosa risaputa, del resto, che “Soul Mining”, nel corso del tempo, abbia ispirato ben più di un genere musicale. Dalla techno all’acid house, dall’indie-rock più danzereccio ad una parte del cosiddetto filone “brit-pop”. E scusate se è poco.

Gli otto brani che compongono la track-list dell’album rappresentano una boccata d’aria fresca per quella che era la proposta sonora del 1983. “I’ve Been Waitin’ For Tomorrow (All My Life)”, traccia d’apertura del disco, è uno scatenato soul-funky condito da venature jazz che mettono subito in chiaro quelle che sono le peculiarità di “Soul Mining”. Il synth-pop sofisticato di “This Is The Day” (che è stato pure il primo singolo estratto dall’album), invece, è tanto sublime quanto avulso dal sound della maggior parte delle opere ‘pop’ pubblicate nella prima metà degli Eighties. Geniaccio di un Johnson!

The Sinking Feeling” è puro jazz travestito da musica pop. Un capolavoro. Pur trattandosi di un disco (quasi) d’esordio (il buon Matt, in precedenza, aveva già lavorato ad altri progetti), “Soul Mining” contiene al suo interno tutta una serie di elementi che ne fanno una pietra miliare degli ultimi quarant’anni di musica e non solo del decennio in cui è stato pubblicato. Una sorta di scatola magica da cui estrarre, ascolto dopo ascolto, nuovi suoni di cui innamorarsi.

Come nel caso di “Perfect”, ultima traccia dell’album, forse una delle canzoni più iconiche di “Soul Mining”. Il testo del brano è stato scritto da Matt Johnson dopo un viaggio a Detroit. L’artista britannico, infatti, voleva misurarsi più da vicino con una delle realtà più complesse – allora come oggi – degli Stati Uniti D’America. “Perfect” racchiude in sé tutti quei dettagli sonori che rendono “Soul Mining” uno dei debut album più belli di sempre. L’opera prima di Johnson è un lavoro così sperimentale e d’avanguardia che quasi si fa fatica a credere che abbia compiuto quarant’anni. Il disco futurista per eccellenza, nel decennio futurista per antonomasia. Un connubio perfetto. Geniaccio di un Johnson!

Pubblicazione: 21 Ottobre 1983
Durata: 41:42
Dischi: 1
Tracce: 8
Genere: pop, post-punk, synth-pop
Etichetta: Some Bizzare/Epic
Produttore: Paul Hardiman, Matt Johnson

Tracklist:

  1. I’ve Been Waitin’ for Tomorrow (All of My Life)
  2. This Is the Day
  3. The Sinking Feeling
  4. Uncertain Smile
  5. The Twilight Hour
  6. Soul Mining
  7. Giant
  8. Perfect