I The Kills, impegnati nella promozione del nuovo album “God Games” atteso il 27 ottobre, hanno chiacchierato con NME.
A quanto dice il magazine inglese, l’imminente sesto album segna un’evoluzione entusiasmante per il duo composto da Alison Mosshart e Jamie Hince, che, per la prima volta, ha iniziato a scrivere su una tastiera anziché sulla chitarra, e la sperimentazione che ne è derivata ha dato vita a un disco molto contemporaneo e organico, che esplora tutto ciò che va dall’hip-hop, al voodoo futuristico, al gospel, al flamenco noir e oltre.
Questo modo di fare ha cambiato tutto del mio modo di scrivere canzoni
ha detto Mosshart a NME.
Potevamo fare ritmi completamente diversi, io cantavo in modo diverso, mi venivano in mente melodie che non credo sarebbero venute se avessi strimpellato su una chitarra acustica. All’improvviso potevo suonare un pianoforte a coda e pensare: “Che figata! È fantastico. Ora posso entrare in quello spazio mentale. È stata una vera e propria liberazione per la scrittura per entrambi. Una volta che ci siamo resi conto che stava accadendo, ci siamo detti: “Ok, continuiamo con questa piccola tastiera di merda perché sta funzionando.
Alla domanda di NME se anche loro percepissero che le chitarre siano ormai un po’ fuori moda la Mosshart ha risposto:
Non credo che le chitarre siano un po’ fuori moda. La chitarra elettrica è il mio suono preferito sulla Terra. Ma credo che per la scrittura sia stato un bene non usarla. Anche Jamie, per la prima volta, non ha iniziato con la chitarra. E infatti non ha messo la chitarra sul disco fino alla fine. È stato quasi come fare la voce. Il suono è davvero fantastico e molto vivo.
Hince invece ha passato una fase di “rifiut” della chitarra:
Mi sentivo così quando abbiamo iniziato. Mi sentivo come se fosse un albatros. Ascoltavo Dean Blunt e MF Doom e la produzione di Kanye e tutta questa roba e la chitarra sembrava una vecchia cosa di legno. Mi sono un po’ disinnamorato perché abbiamo partecipato a festival in cui arrivavamo a mezzogiorno, suonavamo alle 10 e non sentivamo una chitarra per tutto il giorno. Iniziavi a pensare che alla gente non fregasse un cazzo della chitarra. Per questo ho voluto iniziare senza. Poi me ne sono assolutamente innamorato di nuovo, credo sia fondamentale.
NME poi chiede al duo come ci si senta a essere una delle poche band sopravvissute degli anni ’00 che ancora evolvono il proprio sound…
La Mosshart ne è assai contenta:
Sono molto orgogliosa. Quando abbiamo iniziato abbiamo deciso di fare di questa band la nostra vita e della nostra vita questa band. Credevamo che sarebbe sempre successo. Credevamo che fosse possibile perché eravamo solo in due, potevamo fare tutto ciò che volevamo dal punto di vista artistico. Questa band poteva diventare qualsiasi cosa, cambiare in un attimo, o qualsiasi cosa volessimo fare. Non avevamo intenzione di limitare le cose. Quindi non sono sorpresa, ma sono molto orgoglioso di noi, perché siamo arrivati fino a questo punto e ci piace ancora così tanto. Come artista, è una cosa favolosa volersi reinventare costantemente.
Hince rincara la dose:
Quando sei in un gruppo guitar-rock per 10 anni o più, hai visto che a un certo punto lo stimolo si spegne e sembra che tutto possa finire o diventare stagnante. Noi stiamo davvero cercando di spingerci in avanti. La produzione hip-hop, che mi ispira tanto, perché dovrebbe essere proiettata verso il futuro e la musica per chitarra guardare sempre agli anni ’70 o ’90? Gli Arctic Monkeys sono così, sentono di voler trovare un nuovo modo di fare space age.
La domanda finale riguarda l’eredita che i The Kills potrebbero lasciare e mentre Alison dice che il duo ha ancora tante cose da fare prima di parlare di eredità, Jamie Hince risponde più ad ampio raggio:
L’arte è stata la cosa più importante, quella che ci ha cambiato la vita. È quello che volevamo incapsulare e in cui volevamo essere coinvolti. Spero che sia questo il tipo di eredità che lasciamo.