Ritorno alle radici per Melanie De Biasio nel quinto disco dopo i raffinati “A Stomach Is Burning”, “No Deal“, “Blackened Cities” e “Lilies“. Un omaggio all’Italia nato da una proposta del festival Europalia, registrato a Lettomanoppello in Abruzzo da dove molte famiglie sono emigrate per andare a lavorare a Marcinelle e a Montereale Valcellina in Friuli, paese d’origine della nonna paterna.
Posti di cui Melanie – cresciuta in Belgio ma da sempre legata al nostro paese – ha subito l’innegabile fascino riuscendo a mettere in musica e parole l’umanità di ieri e di oggi, sorrisi, volti, voci e melodie da vivere a passo lento, storie che hanno preso la forma d’immagini con il video artistico presentato alla Triennale di Milano nel 2022.
La ferrovia da cui ha inizio “Il Viaggio” è protagonista in “Lay your ear on the rail”, nove minuti e quaranta poi ridotti a cinque che parlano di quella generazione che ha lasciato tutto per la speranza di un futuro migliore. Toni e ritmi decisamente ipnotici, vicini all’elettronica in uno dei brani più sperimentali mai concepiti da Melanie De Biasio dove la voce si fa sussurro e narrazione pura.
“Nonnarina”, una canzone d’amore come lei stessa l’ha definita, dolce e rarefatta trasporta lontano verso i misteri de “Il Vento” e la voce qui diventa strumento su un tappeto di suoni spettrali, minimali come le melodie vulnerabili, riflessive di “We never kneel to pray” e le chitarre di “I’m looking for”. “Mi ricordo di te” è uno dei brani in cui Melanie canta in italiano e lo fa con classe, sentimento e malinconia.
“Chiesa” e “Now Is Narrow” tra Morricone e i Cocteau Twins mostrano quanto si sia allontanata dal jazz propriamente detto, evocato solo nell’arrangiamento di “San Liberatore, in alcune parti di “The Chaos Azure” e “Alba”. Due suite di venti e diciotto minuti che racchiudono il senso ultimo dell’album, i mille sentimenti di chi ha molto viaggiato e sente il bisogno di riposare in un luogo appartato. Melanie lo ha trovato ed è il palazzo dell’ex Consolato italiano di Charleroi, che ha acquistato trasformandolo in una residenza artistica aperta e inclusiva chiamata L’Alba.
Musica che ha il profumo dei ricordi e del presente dunque in quello che possiamo definire un vero reportage sonoro ed emozionale, undici brani realizzati con lo sguardo e la curiosità dell’infanzia e la perizia della musicista d’esperienza in un disco evocativo e di grande eleganza che ammalia e stupisce come un racconto intorno al fuoco nelle sere d’inverno.