Il bel ritorno di Jonathan Pierce ha inevitabilmente riacceso le luci dei riflettori sulla discografia dei The Drums. La band americana – che oramai assomiglia più ad un progetto solista di Pierce – ha da sempre flirtato con un certo tipo di sonorità vintage, dai Beach Boys ai Cure, passando per gli Smiths, molto evidenti anche nel nuovo album, “Jonny”. Quale migliore occasione, dunque, per provare a fare un giro, attraverso la nostra TOP 10 Brani – nei pezzi più iconici del cantante di Brooklyn e dei suoi ex soci?
BONUS TRACK: Meet Me In Mexico 2018, Non-album singleUn beat ipnotico per un brano che ha fatto da ‘ponte’ fra “Abysmal Thoughts” (2017) e “Brutalism” (2019). Come al solito, dopo un paio di ascolti, il motivetto sui cui gira il pezzo, resta incollato al cervello come un ricordo nitido di un qualcosa che non è mai esistito.
10. Me And The Moon 2010, da “The Drums”Una delle canzoni-manifesto scritte dalla coppia Pierce–Graham. Questi ultimi, infatti, dopo aver indossato i metaforici panni di Morrissey e Marr, regalano al mondo una delle (tante) gemme contenute nel loro omonimo album d’esordio. Se “The Drums” (del 2010) risulta, ancora oggi, come una pietra miliare della scena indie, lo si deve proprio a pezzoni come “Me And The Moon”.
9. Let’s Go Surfing 2010, da “The Drums”Il brano che ha segnato un’epoca. Di certo, uno dei più celebri dell’oramai vasta discografia drumsiana. L’ingresso di Jonathan Pierce e dei suoi ex compagni di band nel labirinto luccicante del mainstream musicale.
8. I Can’t Pretend 2014, da “Encyclopedia”Per qualcuno, l’inizio della fine. Per chi scrive, uno dei pezzi più belli della carriera di Pierce. Ad ogni modo, essere divisivi attraverso un album o un brano, è sempre meglio che affogare nelle sabbie mobili della mediocrità e dell’indifferenza.
7. Blood Under My Belt 2017, da “Abysmal Thoughts”Giro di basso favoloso, sound Anni Ottanta ed un ritornello che guarda alla fine dei Sixties. Signore e signori, ecco a voi una delle canzoni più sottovalutate dei The Drums.
6. Days 2011, da “Portamento”“Portamento”, secondo disco del gruppo, rappresenta una sorta di Vangelo generazionale per chi era un ventenne (o giù di lì) alla fine degli Anni Dieci del Duemila. Brani come “Days”, sono la testimonianza diretta dello stato di grazia creativo raggiunto da Jonathan Pierce all’epoca.
5. Body Chemistry 2019, da “Brutalism”L’incontro fra i New Order di “Substance” e le band shoegaze dei primi Anni Novanta. E’ un pò questo il sunto delle (belle) sonorità di “Body Chemistry”, primo singolo estratto da “Brutalism”, album che ha fatto molto discutere i fan della prima ora dei The Drums.
4. Best Friend 2010, da “The Drums”La traccia d’apertura del debut album dei The Drums, è anche una delle più iconiche. Non solo della formazione americana, ma degli Anni Duemila in generale. Poco da aggiungere.
3. I Hope Time Doesn’t Change Him 2014, da “Encyclopedia”I ricordi, la malinconia, il tempo che trafigge le persone con la sua lama spietata. “I Hope Time Doesn’t Change Him”, probabilmente, rappresenta uno dei pezzi meno conosciuti e più sottovalutati dell’intera carriera di Jonathan Pierce. Ascoltare per credere.
2. Money 2011, da “Portamento”“Money” non è “una” canzone. “Money” è la canzone. Forse il pezzo più amato dai fan dei The Drums. All’interno delle sue lyrics, infatti, vi è tutta l’ironia macabra di Pierce. Influenzata, naturalmente, da quel totem intoccabile del vecchio Morrissey. Ancora una volta.
1. Forever And Ever, Amen 2010, da “The Drums”Risulta difficile non essere di parte riguardo al brano in questione. “Forever And Ever, Amen”, infatti, è uno di quei brani che sembrano essere stati scritti per essere consegnati all’eternità (del resto, il titolo non mente). Si tratta di una canzone dannatamente imperfetta, e per questo, piena di poesia. Un pò come un fiore che cresce sull’asfalto disastrato di una strada abbandonata. (Ri)ascoltare per credere. Come sempre.