“Limine” è l’album d’esordio della band psycho-pop/dream-rock, Macadamia. Un disco dalle sonorità vintage, melodiche, accattivanti, che rappresenta l’opera prima di un gruppo che sa già il fatto suo in quanto ad originalità ed a ricerca musicale. Alessandra Guidotti (voce), Andrea Cascini (producer e polistrumentista) ed Emanuele Fusaro (batterista), infatti, si muovono decisamente a proprio agio fra i meandri impervi della scena indie-pop italiana, confezionando canzoni che scorrono con leggerezza e che illuminano l’atmosfera come raggi di sole primaverili. Anche se al netto di qualche inutile riempitivo, che in un disco d’esordio, è pressoché inevitabile.
“Pollock”, primo singolo del progetto, possiede un ritornello contagiosissimo, super-catchy, che cattura l’ascoltatore a suon di “non mi va”, ripetuti in maniera quasi ipnotica dalla (splendida) voce della Guidotti. “Frutta Fresca”, invece, è uno di quei brani che farebbero la fortuna di tante altre band, anche più blasonate. È una traccia che fa della coralità strumentale il proprio punto di forza, riuscendo, tuttavia, a non svilire la sua componente più melodica.
Del resto, “Limine”, per i Macadamia, rappresenta l’inevitabile varco da attraversare per annunciarsi in pompa magna al panorama pop del belpaese. Prendete la freschezza di un pezzo come “Hey Mon Amour” e del suo geniale giro di basso. C’è tutto un immaginario al suo interno. Un universo di note colorate che, come coriandoli carnevaleschi, sono pronte ad essere lanciate nei cieli musicali del vecchio stivale. Per chi scrive, però, è “Adele” il vero highlight del disco. Si tratta di un brano che denota una certa delicatezza di fondo e che si sviluppa, in tutta la sua sfavillante magniloquenza, attraverso delle chitarre dal sapore psichedelico.
La traccia finale dell’album è una di quelle canzoni dall’alto tasso qualitativo che quasi non ci si aspetterebbe da una band al suo primo giro di giostra. “Limine”, dunque, è un disco godibilissimo, diviso a metà fra il sogno retrofuturistico dei Macadamia ed i richiami ad altre solide realtà della scena indie, sia del passato che del presente. Alessandra Guidotti e soci hanno realizzato uno dei debut album più belli degli ultimi anni. Se sono qui per restare o se smarriranno la bussola nei corridoi strettissimi della musica italiana, sarà solo il tempo a stabilirlo. Per ora, ci limitiamo a constatare il loro indubbio talento.