Lorenzo Urciullo e Antonio Di Martino continuano la loro fruttuosa collaborazione che dopo “I Mortali” e “Musica Leggerissima” li ha trasformati nei perfetti golden boy del panorama musicale italiano tra collaborazioni illustri (Carmen Consoli, Ornella Vanoni) e la capacità di saper amalgamare stili e generi, le radici folk e l’indole cantautoriale vestendola di un pop d’autore.
Il 2023 è stato l’anno del debutto come attori in “La primavera della mia vita” di cui hanno curato anche la colonna sonora prima della pubblicazione di “Lux Eterna Beach” anticipato da due singoli. “La luce che sfiora di taglio la spiaggia mise tutti d’accordo” dall’anima dolce amara, grintosa mentre “Ragazzo di destra” prende posizione, ribalta melodicamente ogni possibile luogo comune rivendicando il potere della gentilezza.
Diversi recuperi: “Splash” presentata all’ultimo Festival di Sanremo, “Cose da pazzi” scritta per la colonna sonora di “The Bad Guy” e quell’arguto anti tormentone estivo chiamato “Considera” uscito a giugno, piccolo inno al deprimersi con stile che celava un’anima da canzone pop esistenzialista. Il vero tormentone di “Lux Eterna Beach” è in realtà “Sesso e architettura” con il suo “restiamo insieme finché dura prendi bene la misura“, la drum machine, le tastiere, il testo ben costruito.
“Forse domani” con la voce di Joan Thiele brano più ambizioso degli undici, “30.000 euro” – una ballata intelligente con gli archi di Davide Rossi in bell’evidenza – il più romantico. Discorso a parte per “I marinai” inedito di Ivan Graziani, suo il testo mentre ritornello e arrangiamento sono opera dei due siciliani: la voce di Ivan, quella di Lorenzo e Antonio s’incontrano in un duetto virtuale, un omaggio che ricorda “Navi” dall’album “Ivan Graziani” del 1983 e nulla ha di artificiale.
“Neanche con Dio” torna al concetto di canzone pop esistenzialista raccontando con semplicità e molta umanità una storia d’amor perduto ad alto tasso di cantabilità mentre la title track finale, uno strumentale dal tono crepuscolare, è sigla e commiato. Colapesce e Dimartino, coadiuvati dai produttori Federico Nardelli e Giordano Colombo, confermano di essere un buon antidoto alla banalità in un album vario nei toni e nei temi trattati.