Inizia finalmente la programmazione principale del Barezzi Festival dopo la bellissima preview del mese scorso con il sold-out dei Calexico al Teatro Valli di Reggio Emilia e l’esibizione di Daniela Pes alla Sala Ipogea di Parma di pochi giorni fa.
Questa sera, invece, ci troviamo nel piccolo, ma accogliente Teatro Magnani di Fidenza, dove si esibirà Will Sheff nella seconda delle sue quattro date italiane.
Il quarantasettenne musicista nativo del New Hampshire, dopo una lunga carriera con gli Okkervil River, nell’ottobre dello scorso anno, via ATO Records, ha pubblicato il suo primo LP solista, “Nothing Special” e arriva ora nel nostro paese a presentarlo per un ritorno molto gradito dopo ben quindici anni di assenza, come ricorderà lo stesso Will in apertura del suo concerto di stasera.
Il disco, registrato in tre diverse sessioni insieme a John Congleton, Matt Linesch e Marshall Vore, vede la presenza di numerosissimi ospiti importanti, tra cui anche due degli Okkervil River, Will Graefe e Benjamin Lazar Davis, a cui si aggiungono Christian Lee Hutson, Griffin Goldsmith dei Dawes, Zac Rae dei Death Cab For Cutie e i vocals di Cassandra Jenkins e di Eric D. Johnson dei Fruit Bats.
Dopo la raccolta esibizione della songwriter Claudia Buzzetti con i suoi pezzi folk descritti solamente dalla chitarra acustica e dalla sua confortevole voce, verso le nove e un quarto ecco presentarsi sul palco del teatro della città parmense il musicista statunitense accompagnato da un band composta da chitarra elettrica, basso e batteria.
Ad aprire la serata è “Plus Ones”, una delle tante canzoni degli Okkervil River presenti in setlist stasera: molto meno intimo rispetto alla versione del disco, questo pezzo estratto da “ The Stage Names” (2007) trova invece uno spirito più indie-rock, dimostrando una certa vivacità in questa sua rilettura dopo oltre quindici anni dalla sua uscita.
Anche “Estrangement Zone”, disegnata con tastiere e chitarra, pur molto emotiva nel falsetto di Will, regala momenti di inaspettata energia, mentre la successiva “Okkervil River R.I.P.”, basata soprattutto sulla chitarra acustica, gode di splendide e toccanti sensazioni di intimità, che rimangono intatte anche una volta che la strumentazione si fa più ricca.
E, parlando di calore, poco più avanti troviamo “Black”, che vede il chitarrista e il bassista sedersi e passare alle sei corde acustiche, mentre Sheff si limita solo a cantare: il risultato è raccolto e assolutamente emozionante e di rara bellezza.
Poi “The War Criminal Rises And Speaks” parte molto calma e delicata, per trasformarsi in seguito in qualcosa di molto più intenso con la voce di Will che si fa sempre più passionale e, anche se ovviamente mancano gli arrangiamenti di fiati della sua versione originale, le sensazioni che lascia sono davvero molto positive e toccanti.
“Like The Last Time”, altro estratto dal suo primo LP solista, inizia in maniera gentile diventando in seguito molto più aggressiva ed energica e trasportandoci su territori indie-rock, mentre “So Come Back, I’m Waiting”, che chiude il mainset, vede Sheff avvicinarsi al pubblico e, mentre l’umore della canzone cambia spesso, la sua passione non viene mai a mancare.
E’ la vecchissima “For Real” a dare il via all’encore con Will che inizialmente si presenta da solo accompagnato dal suono delle tastiere, mentre pian piano ricompaiono anche i suoi compagni, aumentando l’energia con continui cambi sia di toni che di umore.
Un altro canzone parecchio datata, “No Key, No Plan” chiude la serata con un’inaspettata botta di adrenalina e una velocità inarrestabile, rimanendo comunque su terreni dai sapori folky e pieni di belle melodie e di grande passione.
Ottanta minuti di classe per il musicista statunitense che ha saputo regalare al Barezzi Festival una serata di apertura da ricordare e piena di ottima qualità.