Quinta giornata per il Barezzi Festival che prosegue senza soste: fin da ieri sera, con l’esibizione del noto pianista francese Maxence Cyrin, il palco principale della rassegna è diventato l’Auditorium Del Carmine, ex chiesa, situata a pochi passi dal torrente Parma e soprattutto dal Conservatorio Arrigo Boito che, nel corso degli anni, se n’è preso cura e l’ha trasformata in un intima sala per concerti.
Ovviamente la solennità e la maestosità del luogo, unito all’ottima acustica e alla classe della band che si esibirà stasera, rendono quello di oggi un appuntamento da non perdere.
Stiamo parlando dei Giant Sand, creatura di Howe Gelb, attiva da oltre quaranta anni, salvo una breve pausa a metà anni ’10: stasera il gruppo di Tucson si presenta sul palco della venue emiliana in trio che comprende, oltre a Howe alla chitarra, anche il batterista originale Tommy Larkins e il bassista Nick Augustine.
I Giant Sand ci trasportano nelle terre desertiche e sabbiose della loro Arizona attraverso la loro musica, sempre ben supportata dalla voce ancora forte e intatta di Howe, che non sembra assolutamente dimostrare i suoi sessantasette anni.
Dalla calma folk della bellissima “Shiver”, si passa alla furia rock molto sporca di “De-railed!” (cover di Rainer Ptacek, compianto ex componente della band di Tucson scomparso nell’ormai lontano 1997), ricca di jam in cui Larkins può scatenarsi in un lungo e splendido assolo di batteria molto applaudito, proseguendo poi verso un’altra botta di energia come “Thin Line Man”, eseguita negli encore, con chitarre pesanti e un drumming incalzante: tutto funziona alla perfezione.
Interessante anche la presenza di Talula Gelb, figlia del frontman, nella seconda parte del mainset, che offre un ulteriore spunto con la sua voce pulita, permettendo aperture pop come “Sometimes I Wish”, canzone di Howe insieme alla Colorist Orchestra, in un’atmosfera luminosa ed elegante.
Non mancano nemmeno la cover di “We’ll Meet Again” di Vera Lynn, decisamente più adrenalinica della sua versione originale, o quella di “Femme Fatale” dei Velvet Underground, rilassata e ricca di armonie, cantante sempre da Talula.
Poco più di ottanta minuti di emozioni, qualità e intensità rock: ci sono poche parole per descrivere i Giant Sand e Howe Gelb. Fuoriclasse!