Alzi la mano chi si aspettava un ritorno del genere da parte dei Sundara Karma. Non che il precedente “Ulfilas’ Alphabet” fosse da buttare via, ci mancherebbe, ma questo “Better Luck Next Time”, terza fatica di Oscar Pollock e compagni, ci segnala una band in pieno stato di grazia. Si tratta, infatti, di un disco che fa dell’omogeneità sonora il suo punto di forza. Messi da parte gli esperimenti contenuti in alcuni degli ultimi EP pubblicati (“Kill Me”, “Oblivion”), i Sundara Karma riprendono la marcia su binari a loro più congeniali, confezionando un album godibilissimo.
L’open-track, “Baby Blue” – uno dei tre singoli estratti sino a qui – fa partire subito col botto un disco che è una miniera d’oro per tutti gli amanti dell’universo indie-pop-rock. O, almeno, di quello più “glam” e danzereccio. “Come back with me… tonight” è il refrain che viene ripetuto in maniera quasi ossessiva dalla voce di Pollock. Dopo aver completato l’ascolto del pezzo, risulta impossibile non canticchiarne le parole. “Miss Again”, invece, gira intorno a delle interessantissime linee di basso e ad una melodia che si affaccia dalle parti dei Cure di “The Top”.
Pochi fronzoli e tanta carne al fuoco. In “Better Luck Next Time” ce n’è per tutti i gusti. Il mood ipnotico di “Wishing Well”, per esempio, ricorda un po’ gli ultimi lavori di Johnny Dynamite And The Bloodsuckers, mentre “Violence To The Spirit” ha un andamento scoppiettante che farà sicuramente le fortune della band di Reading durante il prossimo tour. Le colonne sonore dei cult-movies di John Hughes rappresentano, da sempre, una grande fonte di ispirazione per i gruppi indie-pop. Difatti le note sognanti di “Sounds Good To Me” non avrebbero sfigurato nella soundtrack di “Pretty In Pink”. Oppure come sottofondo ai dialoghi esistenziali intrattenuti dai protagonisti di “The Breakfast Club”.
Ed è proprio quando si tuffano nel mare di synths dal retrogusto Eighties che i Sundara Karma offrono il meglio di sé. Prendiamo un pezzo(ne) come “Pain + Pleasure”. C’è tutto un immaginario colorato a fare da (splendida) cornice alle lyrics cantate in maniera impeccabile da Oscar Pollock. Meraviglia tra le meraviglie, anche il brano strumentale “Okay I’m Lonely”. L’evocativo tappeto di sintetizzatori, infatti, trasporta l’ascoltatore in territori retrowave che ricordano un po’ quelli già esplorati da band quali The Midnight e VHS Collection. A chiudere le danze ci pensa il ritornello arioso della (bella) titletrack.
Più ispirati che mai, i Sundara Karma sono ritornati con un album che mette in evidenza tutta la voglia della band inglese di rimescolare le carte e di realizzare un lavoro che desse nuova linfa alla loro musica. Del resto, la regola non scritta che vede la prova del terzo disco come ancor più ostica di quelle precedenti, è sempre valida. “Better Luck Next Time”, però, dimostra quanto essa sia stata superata brillantemente dai Sundara Karma. Nuovi orizzonti si sono delineati per Oscar Pollock e soci. E chissà che il futuro non possa riservare altre piacevoli soprese come questo piccolo gioiellino che risponde al nome di “Better Luck Nex Time”.