E’ una vita che i Madness ci accompagnano con la loro musica, e sono ancora oggi musicalmente incredibilmente vivi, credibili e capaci di riuscire a darti la voglia di ascoltare un loro nuovo lavoro sperando sempre di trovarci qualche nuovo gioiellino.
Quasi quarantacinque anni di musica ed essere ancora protagonisti di live assolutamente convincenti e attrattivi è un risultato incredibile per una band che, quando uscirono con “One Step Beyond”, veniva etichettata dai boomer dell’epoca come tipi che non sapevano suonare.
Invece dopo due album divertenti e contagiosi riuscirono anche a dare un taglio diverso al loro suono pieno di riferimenti diretti allo ska dimostrando di avere la forza per osare e saper scrivere, “7” era un album delizioso pieno di brani ambiziosi e riusciti, “Cardiac Arrest” come “Shut Up” e soprattutto “Grey Day” scritta da Mike Barson dimostravano senza alcun dubbio che la band non era una meteora ed era destinata a durare.
E’ proprio lo spirito di Grey Day ad animare questo “Theatre Of The Absurd Presents C’est La Vie” che come “The Liberty of Norton Folgate” (grande album del 2009) ci mostrano questi eterni ragazzi ancora sul pezzo, niente compromessi noi siamo i Madness e questo è quello che ancora sappiamo offrirvi per il vostro piacere.
“Theatre Of The Absurd Presents C’est La Vie” e’ una specie di concept album con toni lirici (non musicali) più cupi e in fondo malinconici, cosa tutto sommato non nuova per i Nutty Boys, intramezzati da recitazioni di Martin Freeman, attore fan e appassionato di musica con una lunga e gloriosa carriera cinematografica, famoso per essere ance il Bilbo Baggins della saga del Signore Degli Anelli.
Così mettiamo il disco sul piatto e le luci si spengono subito in un teatro buio a Londra dove inizia la commedia più crudele, trattenete il respiro mentre gli attori inciampano sul palco mentre le porte sono chiuse e non potete uscire, iniziano così i Madness oscuri e tragicomici ci fanno partecipare al loro “Theatre Of The Absurd”, che dire un grande inizio.
Anche “If I Go Mad” funziona bene, con un testo amaro sulla rinuncia, sui compromessi, sulle scelte .. Abbiamo tutti bisogno di tutto ciò che serve E lo so Tutti amiamo lo spettacolo Ma dammi solo il futuro Con la ragazza che conosco…, cosi’ come “C’est La Vie” musicalmente in totale stile Madness mentre traccia futuri incerti … Alcuni lo chiamano Armageddon Sono sicuro che ne hai sentito parlare È un paradiso tirannico e siamo solo a un momento di distanza.. indubbiamente il fatto di aver scritto l’album nel periodo del Covid ha avuto il suo peso.
Per quanto qualche brano in meno lo avrei messo restano altri pezzi degni di nota come “Beginners 101” che dimostra come ancora riescano a creare agganci pop perfetti nel loro stile inconfondibile, “In My Street” che poteva far pensare a una specie di continuo di “Our House” e in fondo un po’ lo è, dalla nostra casa in mezzo alla strada si va per il nostro quartiere per le strade con spacciatori turchi, un pugile, un calciatore, un tassista nero, un gangster, un truffatore e tutti che parlano di scappare ma sembra che poi nessuno vada da nessuna parte.
I Madness firmano un bel ritorno, un album divertente come al solito ma anche pieno di significato e per certi versi affasciante, gli eterni ragazzi a cui siamo tanto affezionati ci accompagneranno ancora per molto tempo.