Terzo album in un anno e mezzo per i Ghost Woman del polistrumentista canadese Evan Uschenko che, accompagnato dalla batterista Ille Van Dessel, dà forma ai suoi incubi metropolitani con le dieci tracce di “Hindsight Is 50?/?50”, un bell’omaggio all’indie rock più oscuro e ipnotico intriso di influenze psichedeliche, surf, blues e post-punk.
Si tratta di un disco tanto essenziale quanto suggestivo, avvolto nel fumo di un fascino cupo e dannato. La musica dal gusto vintage dei Ghost Woman vive e si sviluppa tra le ombre di una città sporca e spietata dove le uniche, flebili fonti di luce sono rappresentante dalle melodie ridotte all’osso sussurrate da Uschenko e, talvolta, da Van Dessel.
Le canzoni di “Hindsight Is 50?/?50” sono legate tra loro da un filo di perenne inquietudine. I Ghost Woman riescono a dar forme sempre diverse alla tensione che attraversa il loro rock magnetico e ossessivo, regolando alla perfezione un flusso sonoro che alterna momenti di apparente calma a esplosioni di garage rock grezzo e potente.
Un album dai toni notturni e malinconici, a tratti un po’ monotono e ripetitivo, che però gira bene grazie alle numerose intuizioni “psichedeliche” che infondono un po’ di colore a un paesaggio altrimenti secco e desolante. Più che sulla sostanza, i Ghost Woman sono bravi a lavorare sulle atmosfere; da questo punto di vista, “Hindsight Is 50?/?50” è impeccabile. Da ascoltare a occhi chiusi, immaginandosi intrappolati in un film co-diretto da Quentin Tarantino e David Lynch.