Davvero un gradito ritorno quello di Bill Ryder-Jones che, oltre a essere uno dei fondatori dei Coral e un apprezzato produttore, prosegue anche con la sua carriera solista, giunta al suo quinto LP (oltre ad alcune colonne sonore).
Il musicista nativo di Warrington sforna ora questo “Iechyd Da” (“buona salute” in lingua gallese), pubblicato da Domino Recording Company e da lui stesso registrato e prodotto ai suoi Yawn Studios a West Kirby, mentre il mixing è stato curato da James Ford (Arctic Monkeys, Depeche Mode, Blur, Foals).
“A Bad Wind Blows In My Heart pt. 3″, cita ovviamente il titolo del suo album del 2013: inizialmente accompagnato solo dal piano, poi la strumentazione si fa più ricca e interessante, mentre Bill ricorda una sua ex dicendo “Oh, how I loved you” e il livello di emotività va ad aumentare incredibilmente.
Ryder-Jones non nasconde la sua vulnerabilità nemmeno nella bellissima “We Don’t Need Them”, dove gli arrangiamenti degli archi si fanno sempre più preziosi all’interno della sua malinconia e compare, come anche in altri brani, un coro di bambini che aggiunge una sensazione più positiva al brano.
Anche il singolo principale “This Can’t Go On” non è da meno delle canzoni che lo hanno preceduto a livello di emotività e di qualità strumentale, mentre nella pur breve “… And The Sea…”, posta appositamente alla metà dell’album, possiamo ascoltare la lettura di alcuni estratti dall'”Ulysses” di James Joyce sopra una strumentazione che rimane sempre di qualità.
“Nothing To Be Done”, pur sofferente, ha un qualcosa di angelico, forse grazie ancora alla presenza del coro di bambini che la rende più magica e maestosa, ma allo stesso tempo è ipnotica e non dimentica le sue squisite qualità melodiche dai toni pop assolutamente molto raffinate e mai banali.
L’eleganza non manca nemmeno in “How Beautiful I Am”, un bellissimo pezzo dalle influenze folk costruito con il piano e con magnifici archi che, pur con i suoi toni dolci-amari, sa regalare momenti di grandissima emotività.
Un album ricco di ballate e di pezzi capaci di arrivare al cuore di chi ascolta, seppur più malinconico rispetto a quello che il suo titolo poteva farci pensare, “Iechyd Da” è un lavoro di grande valore e, sebbene siamo solo a gennaio, merita sicuramente di finire nelle classifiche di fine anno.