Vera Sola torna dopo il debutto del 2018 con “Shades” che l’aveva prepotentemente proiettata sulle scene musicali con un album che aveva scritto, realizzato, arrangiato e prodotto in totale autonomia mostrando una sorprendente maturità che la poneva come una nuova sorpresa dalla quale aspettarsi molto.
Il vero nome della cantautrice è Danielle Aykroyd, figlia di due pezzi grossi dello show business Dan Aykroyd ,che credo non abbia bisogno di presentazioni, e Donna Dixon, ex modella e anche lei attrice (conobbe e si innamorò di Dan su set di “Doctor Detroit”).
Dopo la laurea in lettere ad Harvard Danielle ha deciso di dedicarsi alla musica sollecitata dal suo amico e cantante folk Elvis Perkins, anche lui figlio di attori famosissimi come Anthony Perkins ( anche qui non sono necessarie presentazioni ) e Berry Berenson affermata fotografa e attrice, tragicamente scomparsa a causa degli attentati dell’11 settembre, era una passeggera dell’aereo che si schiantò sulla torre nord del World Trade Center.
Vera già dal suo primo album ha mostrato di avere un talento unico e assolutamente affascinante, la cantautrice è capace di intrecciare abilmente le sue liriche a una scelta musicale country folk in una costruzione nuova, gotica e matura.
“Peacemaker” conferma totalmente il suo talento ma questa volta non fa tutto da sola, co-produce insieme a Kenneth Pattengale (The Milk Carton Kids), e invita vari musicisti per creare intorno al suo sound un nuovo mondo grazie a un insieme di strumenti che prevedono anche archi e fiati in grado di accentuare il fascino delle sue composizioni.
L’album risulta così essere un opera completa che esalta la sua creatività, finisce con il dare un’atmosfera gotica, un dream pop avvolto nella penombra ma non per questo luccicante dove la voce di Vera brilla per la sua intensità, dove la sua sapiente scrittura ricorda a tratti Leonard Cohen ma anche Tom Waits e Nick Cave.
Il brano che apre l’album “Bad Idea” cattura subito l’attenzione, il folk acustico si arricchisce di archi mentre Los Angeles brucia a causa del fuoco che è stato acceso nella foresta, inizio sublime che si conferma con la seguente “The Line” che ha attenuato la mancanza creativa di Cohen mentre canta <<Cause it’s all just a long dark circl? Day is return to the looping of the line Night is only a passing thing We’ll be back again when it’s right>> .
“I’m Lying” e’ un altro brano riuscitissimo nei quali la scelta di amori improvvisi e non veri viene tracciata con immagini poetiche e immediate (…la pioggia che si rompe sui vetri delle finestre Sul sedile posteriore di un’auto presa in prestito In un parcheggio nel Tennessee Dove dico Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo Sto mentendo..) seguita da “Get Wise” e “Desire Path” costruita su una riuscita melodia mentre il testo sembra mettere in contrapposizione una storia d’amore con il precipitare della protagonista in una follia paranoica.
Difficile scegliere i brani perché l’album è di una bellezza spiazzante ma devo per forza citare “Hands” che suona come un classico di Nick Cave, e il brano di chiusura “Instrument of War” che mostra sia la capacità di Vera di saper scrivere sempre testi poetici e allo stesso tempo incisivi, sia le sue qualità vocali assolutamente affascinanti.
Con “Peacemaker” è nata una nuova stella, Vera Sola ha classe e talento da vendere e l’album non solo è un perfetto esercizio di uno stile personale colto e poetico ma anche un lavoro che colpisce sul lato compositivo che viene musicalmente esaltato da una costruzione intenza e matura, siamo solo all’inizio ma sono sicuro che “Peacemaker” sarà uno dei migliori album dell’anno.