“On The Bed” è il decimo album dei Medicine, una band che ha lasciato un segno importante nel rock alternativo anni ’90 con il suo sound shoegaze e noise pop, immortalato anche nell’indimenticabile colonna sonora de “Il corvo”. Con questo nuovo lavoro, il leader Brad Laner e i suoi compagni provano a reinventarsi per l’ennesima volta con l’obiettivo di esplorare in lungo e in largo territori musicali a loro già noti, ispirati dalla psichedelia, dal garage rock, dal krautrock, dal pop degli anni ’60 e persino dall’avanguardia e dalla musica concreta. Il risultato è un disco originalissimo e sorprendente, che sfida le convenzioni e le aspettative degli ascoltatori offrendo una visione al tempo stesso antica e innovativa del rock semi-sperimentale.
Il filo conduttore dell’album è la passione per i Beatles, ovvero una delle band – se non la band – più influente e rivoluzionaria della storia della musica. Infatti, “On The Bed” è composto quasi esclusivamente da cover dei Fab Four, reinterpretate in chiave acida e lisergica, con arrangiamenti sporchi, grezzi e ruvidi a stravolgerne il senso e la forma.
Le canzoni dei Beatles, sempre riconoscibilissime, sono sottoposte a un trattamento shock che ne esalta la potenza e la modernità, aggiungendo tratti di aggressività e di sperimentazione. Le riletture sono originali e godibili, e mostrano la grande capacità dei Medicine di trasformare dei classici arcinoti in qualcosa di nuovo e diverso.
Colpisce in maniera particolare l’inedito “The Beatles Story”, un lungo ed estenuante collage sonoro di oltre dieci minuti che raccoglie frammenti di dialoghi, rumori e voci mescolati in modo armonico ma inquietante. Trattasi di un’opera di pura avanguardia che richiama quel controverso esperimento beatlesiano intitolato “Revolution 9″, realizzato da John Lennon e Yoko Ono e ispirato ai lavori di John Cage e Karlheinz Stockhausen.
Tra le cover più riuscite spiccano “She Said She Said”, “The Night Before” e “Blue Jay Way”, che mantengono un certo fascino sognante e psichedelico pur essendo cariche di rumore e di energia. Si segnala anche l’inclusione di una delicatissima ed emozionante versione di “Junk”, cantata dalla brava Julia Monreal, e di due reinterpretazioni di brani solisti dal catalogo post-beatlesiano: “Photograph” di Ringo Starr e “On The Bed” di George Harrison.
“On The Bed” è il classico album che merita più di un ascolto per apprezzarne la ricchezza e la varietà. Non solo un omaggio originale e personale ai Beatles, ma anche una prova di coraggio e di creatività da parte dei Medicine che, pur senza strabiliare, dimostrano di essere ancora in grado di stupire e di rinnovarsi. Non è un mero album di cover, ma un’opera complessa e affascinante, che sfida le categorie e le etichette, e che rappresenta una delle uscite più interessanti e stravaganti di questo inizio 2024.