Una delle mie più belle e gradite scoperte di questo inizio 2024 è quella dei Large Brush Collection. Non conoscevo affatto il proigetto di Nora Predey e quindi, la prima volta che mi sono imbattuto in “Off Center” no avevo alcun tipo di aspettative. Predisposizione ideale, se vogliamo, per assaporare al meglio un disco, con la testa completamente sgombra da idee, speranze e suggestioni precedenti. L’innamoramento è stato istantaneo e come potete leggere dalla mia recensione, mi ha portato ad adorare l’album in questione. Nora parte dal folk ma poi sa mescolare con grazia e disinvoltura carte e suoni, in 10 canzoni che toccano livelli qualitativi piuttosto alti, con tratteggi emozionali che arrivano proprio al cuore. Non potevo non approfondire il discorso con lei e la ringrazio ancora tantissimo per essere stata così carina e disponibile nelle risposte.
Inizierei con una domanda che riguarda proprio la formazione. I Large Brush Collection sono un tuo progetto solista o, dopo questo primo disco, possiamo considerarli una vera e propria band “stabile”?
Considero i Large Brush Collection entrambe le cose, se la cosa detta può avere un senso. Mi spiego. Io sono l’autrice delle canzoni del progetto e quando ho iniziato a scrivere ho cominciato anche a suonare il basso e cantare sui brani. A causa dei vincoli imposti dall’essere un artista indipendente relativamente nuovo, gran parte dei miei tour sono stati come solista vera e propria. Tuttavia, ho sempre il desiderio di esibirmi con la band ogni volta che fosse possibile e Rishi, Gaby e Dan sono i membri principali del gruppo. Sebbene io scriva le canzoni, le composizioni e gli arrangiamenti sono uno sforzo totalmente collaborativo. Questa formazione è solida anche da quando è entrata in studio per iniziare a registrare “Off Center” nel gennaio 2022, quindi da poco più di due anni.
Sul vostro Bandcamp c’è un vuoto tra il 2020 e il 2023. È come se il progetto si fosse fermato: è stato a causa della pandemia? Le canzoni che compaiono nel disco immagino possano essere state scritte o almeno iniziate anche molto tempo fa. Mi sbaglio?
La pandemia è stata sicuramente una delle ragioni principali della pausa. Ho iniziato a scrivere canzoni per quello che avevo in testa potessero essere i Large Brush Collection nel 2018 e abbiamo iniziato a esibirci a metà del 2019. Avevo un sacco di obiettivi con la band per il 2020, che però, alla fine, ho dovuto affrontare insieme a tante altre aspettative della vita in quel periodo. Non ho mai smesso di scrivere, ma nel frettempo le situazioni della vita hanno incrinato la formazione originale della band e quando siamo ripartiti, Dan e io abbiamo è come se avessimo dovuto riavviare il progetto da zero.
Mi ha fatto molto piacere trovare una cover di Adrianne Lenker e Buck Meek nella vostra uscita del 2020 “Odds, Ends”. Anch’io amo Adrianne. Cosa ti colpisce della sua musica? Possiamo definirla come “un tuo punto di riferimento”?
Grazie Ricky per aver citato “Odds, Ends”: era una piccola raccolta speciale di demo della prima incarnazione della band. Nutro una grande ammirazione per Adrianne e per il suo songwriting. Quando ho iniziato a sviluppare la mia tecnica di suonare il basso e a scrivere canzoni, il suo disco “Hours Were the Birds” ha avuto un’enorme influenza sul mio modo di suonare. Ho scoperto che molto di ciò che suonava era adattabile in qualche modo al basso elettrico e gli arrangiamenti che ho fatto delle sue canzoni mi hanno dato un punto di riferimento con cui misurare le mie composizioni. Insieme a Nick Drake, devo molto del mio modo di suonare il basso al loro approccio compositivo. Inoltre, la vulnerabilità e l’emozione delle sue esibizioni mi affascinano e mi ispirano.
Proviamo ad addentrarci un po’ nel tuo ultimo disco? Posso dire che ogni volta che lo ascolto riesce a infondere in me sentimenti di pace e serenità. La tua musica mi entra nel cuore e mi fa stare bene. Mi chiedo se anche per te la scrittura è fonte di benessere e serenità e si concentra sui ricordi positivi o a volte è un aiuto per “esorcizzare” alcune situazioni spiacevoli del passato o per superare alcuni brutti ricordi?
Credo che tu abbia colto esattamente nel segno. Le canzoni del disco sono state scritte, in gran parte, per elaborare i ricordi e aiutarmi a capire le situazioni che stavo vivendo. Ero solita essere sopraffatto dalla forza dei miei sentimenti e dei miei ricordi. Ho scoperto che una volta che ho scritto una canzone su questo argomento, i sentimenti vengono trasportati in un modo che mi permette di sperimentarli con un senso diverso. Queste canzoni sono state un importante punto di riferimento nella mia vita.
Mi ha colpito molto la frase che ho letto nella cartella stampa, ovvero: “Off Center è un disco che pone molte domande, alcune delle quali non hanno risposta”. Può definirmi meglio questa frase?
Questa frase ha le sue radici in qualcosa che un amico e autore mi ha detto a proposito delle canzoni dell’album. Mi ha detto che la forza del disco è che pone molte domande e credo che sia vero. “To Be Somebody” si chiede come può avvenire la costruzione di sé senza che sia solo una reazione alle aspettative. “It’s Only a Matter of Time” si chiede se i ricordi siano sufficienti a radicarci quando siamo così lontani dalle persone che li abitano. “Push” chiede aiuto e si chiede come agire quando sembra che affermare se stessi sia la cosa più difficile del mondo da fare. E così via. Sulle risposte…è un discorso lungo…
La tua musica può essere etichettata come “folk”, ma nella mia recensione ho anche detto che i confini possono essere ampliati. Siete in grado di ampliare gli orizzonti. In questo disco avete lavorato molto bene sugli arrangiamenti: la presenza di questo flauto è così “bucolica” e poi molte volte la ritmica è davvero importante, capace di sorprendermi in ogni canzone con i suoi tempi così particolari (“Better Be”, per esempio). Ma penso anche a una canzone come “Arm’s Length”, che adoro e che continua a cambiare sotto i nostri occhi, diventando quasi indie-rock. Cosa ne pensi?
Allora, io mi sento come se scrivessi canzoni folk per i Large Brush Collection, ma, è vero, portiamo anche molti elementi e approcci diversi alle composizioni che sono insoliti per il genere. Prima di tutto, lo strumento principale è il basso elettrico. Anche se mi sembra di scrivere canzoni folk con questo strumento, il modo in cui la band deve interagire con il movimento della melodia nel registro basso dà un suono unico alla musica. Inoltre, attingo molto dall’intensità emotiva e dinamica dei Modest Mouse degli anni ’90 e dal lavoro di Peter Gabriel con i Genesis nei primi anni ’70, così come attingo dai cantautori folk che amo. Sai, credo che le canzoni si avvicinino di più al rock quando le eseguiamo live rispetto a quelle che si sentono sul disco.
Su Spotify “Tell Me Again” ha superato i 20.000 ascolti. Sono molto contento perché è una grande canzone. Mi parli di come è nata?
“Tell Me Again” è una canzone che ha avuto più vite, in un certo senso. La prima volta l’ho scritta intorno al 2019 con gli stessi ritornelli (“Why don’t you tell me again…“), ma il resto della canzone era molto diverso, più arrabbiato e rifletteva molto il modo in cui mi sentivo in quel momento. Quando siamo tornati in studio nel 2022 per registrare l’album, sapevo di voler affrontare lo stesso argomento, ma era passato così tanto tempo che la canzone non mi risuonava più come prima. Ho deciso di riscriverla completamente e, mentre registravamo tutto il resto dell’album, ho ideato una nuova parte strumentale per quasi tutta la canzone con il mio basso acustico. Da lì ho lavorato sui testi mentre il resto della band scriveva le proprie parti per la canzone e ho finito le parole circa 15 minuti prima che arrivasse il momento di registrare le voci principali.
Sai che in “Stand Tall” ho la sensazione che la chitarra e la batteria parlino tra loro?
C’è molto contrappunto e ‘call-and-response’ che si manifesta negli arrangiamenti strumentali di “Off Center”, e credo che davvero “Stand Tall” ne sia l’esempio più sviluppato. Per la composizione di questo brano ci siamo ispirati a una sorta di approccio “emo” del Midwest (ad esempio, American Football), con il basso e le due chitarre che intrecciano linee dentro e fuori da quel groove di batteria in 7/8.
Che bello trovare “Up In The Air”. Sono davvero contento di vederla nel disco dopo aver apprezzato la versione demo del 2020. Immagino che anche a te sia piaciuto particolarmente quel brano per inserirlo nell’album…
Pensa che “Up in the Air” è stata, in realtà, la prima canzone che ho scritto per quello che sarebbe poi diventato il progetto Large Brush Collection, nel lontano 2018. Sapevo di volerne una versione con la nostra formazione attuale, anche se le altre canzoni del disco sono molto diverse da questa. Sento che la band è al top della forma in questa canzone, con assoli di flauto e chitarra così belli da parte di Gaby e Dan.
Il disco si conclude magnificamente con “Forgiveness Is a Gift We Give to Ourselves”. Mi piace questa canzone perché le chitarre sono più “forti”, mi piace che il disco finisca così, con questo suono più “pieno”, mentre con “To Be Somebody” era iniziato quasi “in punta di piedi”. Adoro questo contrasto tra l’inizio e la fine, magari non è voluto ed è solo casuale, ma mi piace molto.
Nel suo nucleo, “Off Center” è un disco sul modo non lineare in cui guariamo dal lutto e quindi i brani iniziali e finali sono riflessi di quel viaggio. “To Be Somebody” è una canzone scritta su una profonda incertezza, una domanda fondamentale: “Cosa faccio se non posso fare quello che ci si aspetta da me?“. Quando arriviamo alla fine dell’album (e, in un certo senso, alla fine dell’arco di crescita che ho vissuto negli anni in cui ho scritto le canzoni), molte circostanze della mia vita non sono cambiate, ma sono diventata molto più resistente e fiduciosa. “Forgiveness” è una canzone che parla di come affrontare un conflitto difficile, ma non c’è disperazione, c’è riflessione e c’è forza di affermazione.
Nora ti ringrazio ancora tanto per aver trovato il tempo di rispondere alle mie domande. Sei è un angelo. Quali sono i tuoi progetti per il 2024? Sarebbe bello se ci fosse la possibilità di vedervi suonare in Europa….
Mi fa molto piacere che tu abbia trovato il tempo per farmele, grazie! Attualmente siamo in tour negli Stati Uniti per supportare l’uscita dell’album e continuare a promuovere il disco. Abbiamo in programma di venire nel Regno Unito verso la fine dell’anno per un tour in formazione ridotta, io insieme alla mia amica Mary Elizabeth Remington. Al momento non ci sono piani per l’Europa continentale, ma spero che un giorno ci riusciremo!