Cantautorato verace e delicato quello del partenopeo Francesco Verrone, bassista dei Ventinove e Trenta, che si affida a Disordine Dischi e alla produzione solista di Dario di Pietro (LUK, Azul) per un esordio in chiave solista tra folk e indie – pop. Sei brani dedicati al viaggio, alla lontananza da casa, al ricordo, con il riverbero delle chitarre, tastiere e pianoforte che rivelano uno sguardo aperto al mondo.
Gli arrangiamenti e i testi riflessivi di “Copenaghen” e “Il molo di Brighton” rivelano una certa maturità nel parlare di sentimenti, nel costruire melodie genuine evidenti anche negli arpeggi di chitarra classica e nelle percussioni de “L’ora blu” momento particolarmente amato dai fotografi, quando il sole sta sparendo ma c’è ancora luce.
Le armonie malinconiche di “Selene”, il piano di “Un fiume” accompagnato dalla chitarra classica e dalla batteria, l’indie folk contaminato, ibrido, passionale di “Lontano” rivelano una crescita importante, un gusto armonico elegante. Animo anglosassone e mentalità mediterranea s’incontrano in un disco tenace nelle emozioni, che ai confini preferisce i sentimenti e la curiosità verso l’altro.
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