“Everyone Laughs” è il primo album dei Powerwasher, una band di Baltimora che fonde il post-punk e il post-hardcore in dieci canzoni cariche di energia e complessità. Il gruppo statunitense non si limita a riproporre i cliché dei due generi in questione ma li rielabora in maniera originale ed eccentrica, creando brani difficili dal punto di vista tecnico ma comunque capaci di catturare l’attenzione fin dal primo ascolto.
Soluzioni ritmiche articolate e intrecci di chitarre degni degli Interpol donano all’album una raffinata patina rock ‘90s che, peccando di presunzione, potremmo definire “intelligente”. I Powerwasher hanno una carica pazzesca ma sanno dosare con sapienza il loro carattere incendiario.
I modelli di riferimento sono gli At The Drive-In: la loro musica è al tempo stesso esplosiva e profonda, contraddistinta dal desiderio impellente di arrivare dritti al punto senza per questo lasciare in ombra quegli aspetti più ricercati che, come già scritto, sono eredità di una forte influenza post-punk e no wave, soprattutto nelle loro accezioni revivalistiche di inizio anni 2000.
“Everyone Laughs” è un album molto interessante, ma forse troppo vario per dare un’idea chiara dello stile in evoluzione della band americana, ancora alla ricerca di una reale identità musicale. Il disco spazia dal post-rock potente e ipnotico di “Landscape Abstract” al punk rock fiammeggiante e divertente di “1-900-POWERWASHER”, che si conclude con una sezione di fiati impazziti; dall’indie rock contaminato e irresistibile di “Same Time/Same Channel” al folk rock scanzonato e pavementiano di “Stoned”. Si tratta di una sfida ambiziosa, che dimostra la versatilità e la creatività dei Powerwasher, ma che forse li rende meno riconoscibili e distintivi.