E’ tornata Waxahatchee con questa sua sesta prova sulla lunga distanza, la sua prima per la prestigiosa Anti- Records: il disco arriva quattro anni dopo l’uscita di “Saint Cloud” e dopo un anno e mezzo da “I Walked You A Ways“, l’album delle Plains, il nuovo progetto di Katie insieme a Jess Williamson.
Registrato al Sonic Ranch a Tornillo, Texas, il nuovo LP della musicista di stanza a Kansas City è stato prodotto come il precedente da Brad Cook (Bon Iver, Hiss Golden Messenger, The Staves) e vede la partecipazione del chitarrista MJ Lenderman dei Wednesday (già collaboratore di Katie proprio durante il tour delle Plains), del batterista Spencer Tweedy (figlio di Jeff, frontman dei Wilco) e del multistrumentalista Phil Cook (fratello di Brad): siamo sinceri, con una formazione di questo genere al tuo fianco è alquanto improbabile che qualcosa possa andare male!
Ovviamente dobbiamo partire dal singolo principale che ha anticipato l’uscita del disco, “Right Back To It”, che la stessa Crutchfield ha definito come la “prima canzone d’amore che ha mai scritto“: oltre all’apprezzabile banjo di Phil, possiamo godere della leggerezza del suono della chitarra di Lenderman e allo stesso tempo delle belle armonie fornite proprio dal musicista dei Wednesday, che ci trasportano verso atmosfere gentili e piene di sentimenti.
“3 Sisters”, invece, apre il disco con la sua semplicità ed è un ottimo esempio della musica di Waxahatchee, ma allo stesso tempo sa regalare incredibili emozioni, che arrivano al climax sottolineato dal preciso drumming di Spencer Tweedy per poi scendere di nuovo, mentre la passione non viene mai a mancare nella voce di Katie, così come i panorami sonori puliti e una certa serenità.
In “Bored” Katie parla della noia nella vita adulta e, pur rimanendo su territori country-folk con tanto di pedal steel, ci delizia con un’inaspettata dose di energia con la sei corde di Lendermann ancora una volta protagonista con la sua grinta alt-rock che respira di anni ’90.
“365″, invece, tratta di un tema difficile come le dipendenze (la Crutchfield già da alcuni anni è diventata astemia, dopo aver avuto problemi con l’alcol) e qui si puo’ riscontare la sua delicatezza indie-folk, emozionante e quasi commovente.
Un altro gran bel disco questo “Tigers Blood” in cui si puo’ godere di una certa tranquillità ritrovata da parte di Katie e ciò si rispecchia nella sua musica: senza dubbio una delle migliori songwriter della sua generazione, la Crutchfield ogni volta riesce a compiere passi in avanti nella sua carriera e si ritrova ora in una posizione sicura e stabile nel mondo alt-country.