Avevamo già avuto il piacere di vedere Marta Tenaglia ben due anni fa, al Mi Ami Fest (qui il resoconto della giornata); per quanto l’esibizione sia stata bella, però, non era ancora uscito quel gioiellino di “After Verecondia“: ed eccoci al Biko, in un venerdì sera qualunque, per rimediare a questa mancanza. Stavolta ci troviamo in una serata organizzata da PM10: un movimento che mira a una rivoluzione artistica, a dare voce a tutta una serie di artisti assolutamente non disposti a farsi schiacciare da un sistema che ha ormai dimenticato cosa sia l’autenticità.
Ho pensato parecchio a come descrivere questa serata, e penso che la parola migliore per farlo possa essere solo ipnotica. Marta non è un animale da palcoscenico – che non significa che non sappia tenere un palco, attenzione; semplicemente non è il classico concerto che ti aspetteresti, ma c’è qualcosa nel suo modo di muoversi, nel suo modo di cantare (e nella sua voce soprattutto!) che ti coglie di sorpresa e ti tiene rigorosamente incollato alla sua musica. Più che un animale da palcoscenico è la maga Circe, proprio la musa ispiratrice della traccia apripista di “After Verecondia” – che dal vivo, tra l’altro, è un richiamo alle coscienze ancora più forte e sentito di quanto potessi immaginare.
Come anticipavo, quello di Marta Tenaglia non è un concerto classico come lo si può intendere, nel senso che non è tutto balli, cori e urla concitate – e va benissimo così, perché tra un “Vergogna” sussurrato e le millemila forme di dichiarazione d’amore per sé presenti nella sua musica, Marta ha dimostrato di essere una creatura magnetica, da cui non riesci a staccarti, proprio come fossi in balia di un incantesimo. La sua musica è a tratti una carezza gentile, a tratti un pugno in faccia: se sentire “Guarda Dove Vai” dal vivo ci aveva già convinto, pezzi come “Peccato”, “Redemption/Incendio” e “Allodole” non hanno fatto altro che confermare la nostra opinione. Non fai in tempo a finire di ascoltare un brano, che t’innamori già di lei e della sua anima infinita.