Disco intenso e cinematografico il nuovo di Ed Harcourt che coadiuvato dal fido produttore Dave Izumi Lynch mette sul piatto dodici canzoni intense, molte ballate eleganti piano, archi e voce con lo stile di un raffinato, ammaliante troubadour.
Un album da vinile “El Magnifico” che vede Harcourt scandagliare con perizia le mille ferite dell’animo umano. L’espressiva vocalità di Ed è particolarmente adatta al racconto drammatico di “1987” e a un singolo emozionante come “Strange Beauty”, al dinamismo di “Into The Loving Arms Of Your Enemy”, alla limpida delicatezza di “The Violence Of The Rose” e “Ghost Ship”.
Greg Dulli in “Broken Keys” e Stevie Parker in “At The Dead End Of The World” arricchiscono il quadro con melodie e un tocco soul, la grintosa “Deathless” colpisce con l’arrangiamento orchestrale di Fiona Brice e le tape machines manipolate da Dave Izumi Lynch, le armonie nostalgiche di “Anvils & Hammers” e quelle brillanti di “My Heart Can’t Keep Up With My Mind” fianco a fianco creano la giusta atmosfera, soffusa e crepuscolare.
Ed Harcourt col cuore in mano dunque, introspettivo in “Seraphina” e nella title track, riarrangiata e diversa nel tono rispetto alla versione minimale chitarra acustica e voce che esegue spesso dal vivo, a chiudere l’album numero dodici, uno dei più riusciti della sua carriera.