In una delle collaborazioni più intriganti degli ultimi tempi, il frontman dei Foals Yannis Philippakis si è unito al grande batterista Tony Allen (noto soprattutto per il suo lavoro con Fela Kuti) per l’EP “Lagos Paris London”, che uscirà il 30 agosto via Transgressive Records.
Accreditato a Yannis & The Yaw feat. Tony Allen, l’EP viene lanciato insieme al brano principale “Walk Through Fire”, che è stato presentato in anteprima come BBC Radio 1 Hottest Record da Jack Saunders.
Yannis & The Yaw non è assolutamente l’inizio di una carriera da solista: la “yaw” del nome si riferisce alla natura di un progetto che è emerso in maniera del tutto organica in un determinato periodo di tempo; un’escursione musicale distinta che Yannis si aspetta di far riemergere episodicamente quando gli eventi, l’ambiente e i collaboratori musicali si trovano fortuitamente al loro posto.
È proprio così che è nato “Lagos Paris London”. Yannis era un fan di Tony da anni, così quando un amico comune ha offerto a Yannis l’opportunità di lavorare con Tony nel 2016, ha colto l’occasione per andare a Parigi. Lo studio si è rivelato esattamente come ci si immaginava una sessione di Fela Kuti nel 1972 circa: strumenti a percussione africani e apparecchiature analogiche a ogni angolo, il bagliore degli specchi da parete a parete, velato solo dalla fitta nebbia del fumo a catena.
Insieme ai collaboratori abituali di Tony, Vincent Taeger (percussioni, marimba), Vincent Taurelle (tastiere) e Ludovic Bruni (basso, chitarra), l’accoglienza inizialmente “piacevolmente sprezzante” del batterista nei confronti di Yannis si è evoluta in un “innegabile legame attraverso le generazioni, attraverso le culture, attraverso le esperienze”, mentre la sessione di due giorni ha prodotto un EP, che è stato ulteriormente sviluppato in una manciata di sessioni successive. Ma tra i conflitti di programmazione e le restrizioni di Covid, il completamento delle loro idee si è rivelato frustrante. Naturalmente, quando Tony è morto nell’aprile 2020 all’età di 79 anni, Yannis si è sentito in dovere di portare a termine il progetto.
C’era l’imperativo di finirlo in un modo che non avevo mai sentito con un altro disco. C’era un profondo dovere di farlo, di finirlo nel miglior modo possibile e di portargli rispetto facendolo uscire. Rivedere alcune delle registrazioni della batteria è stata un’esperienza commovente, perché quelle registrazioni sono state tra le ultime a cui ha lavorato. C’è una qualità eterna in queste tracce di batteria, e si percepisce una continuità della sua vita e della sua energia attraverso di esse. Voleva che la gente lo ascoltasse, ed è bello poterlo fare per lui, ma naturalmente è un po’ malinconico.