È sempre entusiasmante quando ci si ritrova rapiti all’ascolto di un album in grado di sorprenderti, e la cosa assume ulteriore significato se il suo autore è un ragazzo nato nel 2003 che, invece di scimmiottare l’ennesimo prodotto aderente alla galassia trap, decide di sperimentare e di mettersi alla prova, dopo una brillante formazione jazz.
Francesco Cavestri aveva fatto parlare di sé in certi ambienti già all’epoca del suo debutto “Early17″, che ne evidenziava la voglia e l’esigenza di abbattere certi steccati ma occorre ammettere che con questa seconda prova il giovane pianista e cantante è riuscito perfino a superarsi.
In “IKI – Bellezza Ispiratrice”, infatti, il Nostro riesce a fondere insieme elementi provenienti da galassie musicali differenti, creando un amalgama naturale laddove il jazz delle origini si accosta felicemente all’elettronica e all’hip hop.
In queste sei tracce Cavestri mostra un eclettismo notevole e gusti tanto interessanti quanto trasversali, dall’iniziale “Distaccati” (che si affida al monologo di Steiner tratto da “La dolce vita” di Fellini) alla “Naima” di Coltraine che sfocia mirabilmente in “Everything In Its Right Place” dei Radiohead, per non dire di “Giovani Lacrime” che cita esplicitamente “Teardrop” dei Massive Attack o del brano che intitola l’opera, dove interviene il grande Paolo Fresu.
La musica di Francesco Cavestri scorre libera e impetuosa, e la sensazione è che siamo solo all’inizio di una storia artistica importante.
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