“Questo non è un incontro nostalgico” è forse la prima affermazione che una sera di marzo ho sentito dire a Davide Catinari, regista del film “The Missing Boys.” Quella serata mi viene in mente proprio ora mentre tengo tra le mani il vinile che contiene la Colonna Sonora del suo film, disco del quale andai appunto a seguire la presentazione a Sassari, presso lo spazio Bunker. Catinari non era solo, insieme a lui a parlare del progetto c’era il produttore discografico Oderso Rubini, responsabile della masterizzazione
del disco distribuito da Goodfellas Edizioni.
Il luogo dell’evento non è casuale, “The Missing Boys” infatti è un viaggio nella Sardegna degli anni ’80, epoca in cui la musica New Wave l’ha fatta da padrona tra Sassari e Cagliari, creando un netto cambiamento di rotta dal punto di vista artistico. Come è stato ribadito più volte, il film che troveremo nelle sale italiane in autunno, non è un percorso nostalgico ma piuttosto un documento nato con lo scopo di mettere in luce ciò che si è stati. Si è parlato di contesto. Già, perchè la situazione in Sardegna non è, e figuriamoci negli ’80, la stessa che si può ritrovare nel resto dello stivale. Le contaminazioni artistiche nell’isola arrivavano a singhiozzo, e la possibilità di viaggiare era in poche parole quasi un lusso che non tutti potevano permettersi. Quando Rubini si è ritrovato ad ascoltare i brani delle band sarde del periodo è però rimasto molto colpito dalla loro qualità. E non solo: si è ritenuto giusto dare evidenza ad una corrente musicale che era si, era mossa dalle stesse spinte in tutto il mondo, ma che a causa anche
semplicemente della posizione geografica, in Sardegna si era evoluta in modo tale da avere un’ entità specifica.
Le tredici tracce del disco non mentono: i brani provengono da una realtà ben precisa. Un’altra frase di quella fredda sera risalta nitida : “Nessuno si occupava di loro“. Ebbene si, c’erano circuiti e spazi in continuo fermento, i live erano all’ordine del giorno, ma tra le strade della Sardegna gli artisti degli anni ottanta non incontravano di certo produttori disposti ad investire sulla loro musica. Non che adesso accada, ma la possibilità di comunazione a distanza ora è, per lo meno in potenza, molto più fluida. Ed è stato proprio nella dimensione di “abbandono” che la gioventù sarda aveva in quegli anni disegnato la sua impronta ben definita. Era arrivato il momento di darci un taglio con tutti i tecnicismi, si era innescata la risposta del “Do it yourself” con la conseguente fitta produzione di album indipendenti. Come hanno sottolineato Catinari e Rubini, era nata l’arroganza, la voglia di potersi prendere il palco senza troppi sofismi, chiudendo i ponti con tutto ciò che si era visto e sentito fino a quel momento. Il pubblico era disposto ad ascoltare, aveva bisogno di ascoltare, la nascita della musica indipendente è stata una conseguenza quasi fisiologica.
Un sound ostico quello dei “ragazzi scomparsi”, riconoscibili da uno stile altrettanto arduo anche nel look. Scenari che ormai diamo per scontati ma a quel tempo catalogati quasi come pericolosi. Quando i mesi di quest’estate che tarda ad arrivare finiranno vedremo al cinema “The Missing Boys” ma ora il consiglio è certamente quello di ascoltare il disco, che quasi in maniera propedeutica ci accompagna in un periodo che ha rivoluzionato la percezione dell’arte, modificando per sempre l’attitudine di molti di noi.
“The Missing Boys” è il quadro perfetto di una generazione impegnata a creare qualcosa di nuovo, una gioventù definita strana, mossa dal sogno della musica, in rinascita da luoghi restati in silenzio per molto tempo.
The Missing Boys – Selection Of Sardinian Wave 1980-1989 (Film Original Soundtrack)
Prodotto da Simone Fringuelli per Spittle Records, masterizzato da Oderso Rubini e distribuito da Goodfellas
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