Ricordo molto degli anni novanta, ricordo molto per averli vissuti con molta intensità soprattutto perché stavo cercando una mia strada e un mio linguaggio per esprimermi. Sapete, quelle cose che fanno tutti i ragazzi al liceo: abbigliamento, musica da seguire, posti dove andare. Finisce che ti leghi a un genere, metti su una band e ti senti diverso da tutti e poi succede che vai anche al cinema e quello che vedi ti resta impresso indissolubilmente e anni dopo, ormai adulto, magari vecchio, rivedi quel film e il cuore ti batte ancora. E anche se quel film presenta delle ovvie ingenuità: villains un pò stereotipati, soluzioni finali (diverse dal fumetto) tipo se elimini il corvo-elimini il giustiziere, atmosfere molto 90’s non t’importa perché è ok, lo sai, ma non puoi fare a meno ogni volta che l’hai riguardato in questi ultimi trent’anni, di ritornare con la mente a quando ragazzino, vedendo quella storia sul grande schermo hai pensato: si, è così: questa musica, queste atmosfere, la notte, l’amore assoluto che sconfigge la morte, il tempo e il male sono ciò che ho sempre cercato, ciò che voglio, ciò che sento.

E allora Eric Draven (più vendicativo e oscuro nelle tavole di James O’ Barr ma più dolce e romantico nella pellicola di Alex Proyas) diventa una parte di te, diventa quell’ombra rassicurante, sinistra a tratti, ma incredibilmente vicina alla tua anima, come Ian Curtis o Rozz Williams. Quell’ombra che ti dice che “Non può piovere per sempre“…

La musica poi. La musica ti resta marchiata a fuoco. Sia la versione strumentale, divina e commovente di Graeme Revell, sia l’album più rock con “Burn” dei Cure con Robert che lacrima dicendoti: Brucio ogni notte e ogni notte urlo il tuo nome. Poi i Medicine con “Time Baby 2” che squarciano anima e cuore e i For Love Not Lisa con una “Slip slide melting” che ti toglie il respiro al buio. La pellicola di Proyas e il fumetto di O’Barr vanno in sincrono e si compensano restando inscindibili per chi ama la notte, l’oscurità, la musica dei Joy Division, l’amore eterno che non può mai finire.

Trent’anni fa, a maggio, usciva “Il Corvo” e Brandon Lee/Eric continua a sussurrarci:
Ti ricordi quando mi dicesti: sei mio ed io risposi: per sempre. E’ per sempre, ora.
(Ultima tavola del fumetto)

Titolo originale: The Crow
Lingua originale: inglese
Paese di produzione: Stati Uniti d’America
Distribuzione: Dal 13 maggio 1994
Durata: 102 min
Genere: azione, fantastico, thriller, drammatico, avventura
Regia: Alex Proyas
Soggetto: James O’Barr (fumetto)
Musiche: Graeme Revell

Interpreti e personaggi

Brandon Lee: Eric Draven
Rochelle Davis: Sarah Mohr
Ernie Hudson: Darryl Albrecht
Michael Wincott: Top Dollar
Bai Ling: Myca