Alla fine dello scorso anno i Cloud Nothings hanno firmato un nuovo contratto con la Pure Noise Records e ora arriva anche il loro primo LP con loro (il loro ottavo in totale), dopo tre anni dal precedente, “The Shadow I Remember” e il tour europeo del 2022 cancellato ancora una volta a causa della pandemia.

Credit: Errick Easterday

Registrato insieme al produttore Jeff Zeigler (Kurt Vile, Nothing, The War On Drugs, Torres), il disco è stato poi mixato da Sarah Tudzin degli Illuminati Hotties e masterizzato da Jack Callahan (Ryley Walker, Merchandise).

Il frontman Dylan Baldi dice che alla fine molte delle dieci canzoni presenti su questo album

parlavano di andare avanti o di cercare di continuare a migliorare nonostante tutto

e questo sembra essere un segnale incoraggiante per il presente e per il futuro.

Interessante la title-track “Final Summer”, che apre il disco e che era già stata rilasciata alla fine dell’anno scorso: prima un intro elettronico, poi un’importante ed energica progressione chitarristica punk e, solo dopo due minuti, arrivano i vocals di Dylan, mentre poco più avanti appare perfino un sax, che non stona assolutamente all’interno di questo intenso mix.

“Running Through The Campus”, con le sue chitarre e le sue deliziose melodie, è senza dubbio la traccia più poppy delle dieci presenti su “Final Summer” e forse anche la più rilassata e meditativa, seppur rumorosa.

“Mouse Policy”, invece, con la potenza delle sue chitarre potenti e fuzzy, ci riporta indietro verso l’alt-rock degli anni ’90, mentre “The Golden Halo”, con il suo irresistibile ritornello, diventa sin da subito un inno pronto per essere cantato e ballato a uno dei loro prossimi concerti.

Con questo loro ottavo album i Cloud Nothings ci regalano una mezz’ora di adrenalina indie-rock di qualità e dimostrano ancora una volta le loro ottime qualità.