Gli Ultracrush di Syndney finiscono sul nostro radar e non poteva essere altrimenti, vista la bontà della loro proposta, orientata a uno slow-emo-core vecchio stampo, quello che lavora morbido e non si affretta e ci cattura con la magia degli arpeggi e la sapienza di chi sa che arriverà dritto al nostro cuore anche senza usare il grimaldello della potenza, delle urla o del’intensità.
Tutto viaggia bene, raffinato e con i ritmi mai eccessivi, ma con qualche chitarra che si fa più forte e carica al momento giusto (“Heat” o “Cracks”). Un mid tempo come “Summer Camp” segna perfettamente la via della band, perfettamente in equilibrio, perfettamente capace di gestire i tempi e le distorsioni, senza perdere mai di vista la melodia, mentre il lato pià malinconica emerge splendidamente con “Away Game”, quasi da emo alla Deep Elm finito sotto le sapienti mani di Day Wave.
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