Villagers è tornato dopo nemmeno tre anni dal precedente “Fever Dreams“: questo suo nuovo lavoro, pubblicato ancora una volta dalla Domino, vede Conor O’Brien, titolare del progetto, in una veste più intima rispetto al predecedssore.
Il songwriter dublinese dice:
È probabilmente l’album più vulnerabile che ho fatto. Ho suonato e registrato tutto nel mio appartamento e alla fine ho invitato la gente a partecipare.
Gli inviti sono stati rivolti, tra gli altri, alla leggenda irlandese Dónal Lunny (Planxty, The Bothy Band) al bouzouki, al cantautore e polistrumentista americano Peter Broderick al violino e a un gruppo di musicisti che O’Brien aveva visto per la prima volta esibirsi in un tributo a uno dei suoi grandi amori, il compositore italiano Ennio Morricone, che hanno aggiunto voce soprano, viola e violoncello.
Andiamo subito ad analizzare la bellissima “First Responder”, una pura magia di intimità, disegnata sì con il piano, ma poi abbellita con splendidi arrangiamenti di archi, un’atmosfera pulita e tanta delicatezza.
Poco più avanti anche “You Lucky One” gode di una certa rilassatezza, ma i suoi suoni hanno una raffinata ispirazione jazz (ottimi i fiati) con tanto di percussioni dal tocco sudamericano e una notevole brillantezza.
Anche “Money On The Mind”, che chiude il disco gode di un tono riflessivo e assolutamente calmo, disegnato con il piano, mentre l’irlandese riesce ad aggiungere la voce di un soprano con assoluta naturalezza.
“Keepsake”, invece, mentre ci trasporta su territori psichedelici, sperimenta con synth e batteria e il risultato, seppur inaspettato, è comunque delizioso.
La successiva “Brother Hen” poi porta il pop al massimo dell’eleganza, nostalgico, melodico, tranquillo e molto piacevole.
Un lavoro prodotto in maniera intelligente e di grande qualità che, mentre sa regalare sensazioni di pura intimità, ci mostra varie sfaccettature del suono del musicista irlandese: la promozione per Conor è più che meritata in attesa di ascoltare dove lo porterà il suo prossimo disco.