La diaspora di Udde: ovvero, uno dei dischi più interessanti dell’anno. Enigmatico e misterioso – riservato, se non altro – il cantautore sardo ha realizzato un lavoro che si colloca immediatamente fra i dischi da tenere presenti quando sarà il momento di tirare le somme sull’attuale annata musicale.

Brani quali “Luci” o lo stesso “Elefante Europeo” richiamano alla mente gli Anni Ottanta di Garbo ed i titoli un po’ filosofici di Battiato. Insomma, quello di Udde è un progetto di grande sostanza. “Diaspora”, infatti, non sfigurerebbe affatto tra le produzioni internazionali più alternative.

E pensare che il cantautore di Sassari ha impiegato quasi dieci anni per ultimare – e pubblicare, ovviamente – un lavoro di siffatta brillantezza. Poco male. Le vie dell’Arte, spesso, sono infinite. Ed allora risulta quasi impossibile riuscire a resistere agli immaginari sonori evocati da pezzi come “Il Trieste” o “Dove Sei”.

“Diaspora”, in definitiva, è un album di pregevole fattura ed il suo autore si conferma come uno dei nomi più interessanti della scena alternativa del belpaese.

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