Una coppia sugli scudi quella formata da Billie Eilish e dal suo fido producer Finneas (il fatto che siano pure fratelli, a questo punto, diventa un dettaglio quasi irrilevante). Poco da dire. Già, perché “Hit Me Hard And Soft”, nuova fatica discografica dell’ex ragazza prodigio degli Stati Uniti D’America, ripropone il suddetto sodalizio musicale in una veste decisamente più matura ed ancor più convincente delle precedenti.
Si tratta, infatti, di un disco dalle sfumature dannatamente accattivanti e che trasuda consapevolezza musicale da ogni sua nota, discostandosi alquanto dal precedente “Happier Than Ever”. Prendete un brano come “L’Amour de Ma Vie” e provate a scandagliarlo fino in fondo: al suo interno troverete due tracce in una ed un plotone di synths pronto a proiettarvi direttamente nelle metaforiche luci al neon di questa prima parte di anni Venti.
Del resto, è proprio questa la peculiarità più preponderante del tandem formato dai due fratelli ‘O Connell, ovvero, giocare su più fronti sonori senza mettere mai in discussione il risultato finale. In parole povere, “Hit Me Hard And Soft” rappresenta una sorta di laurea con lode per Billie Eilish, divenuta finalmente alla portata di tutti, pur senza smarrire l’humus dark-pop delle sue prime sortite discografiche.
“Lunch”, per esempio, si muove su delle coordinate già sperimentate in “Happier Than Ever” ma con una produzione (e delle schitarrate) davvero sfavillante, trascinando chi ascolta in un vortice sonoro che mette subito in chiaro la direzione intrapresa dall’artista losangelina nella sua nuova creatura. “Hit Me Hard And Soft” è il disco che avrebbero realizzato Lana Del Rey e Taylor Swift se solo queste ultime fossero riuscite a spingersi un po’ più in là rispetto al mellifluo “Snow On The Beach” (contenuto in “Midnights” della Taylor mondiale).
Ascoltare pezzi quali “Birds Of A Feather” o la stessa “Wildflower” significa immergersi in un immaginario fatto di (alternative)pop d’alta scuola e di atmosfere oniriche che mettono in evidenza l’estremo talento in fase compositiva di Billie Eilish e del suo fratellone-producer. E cosa dire di un brano come “Chihiro”, se non che gira intorno ad una delle linee di basso più ipnotiche dell’intero lotto di canzoni?
Anche quando si spinge in dei lidi un tantino distanti dal suo mood più canonico, la cara vecchia Billie (si fa per dire, naturalmente) risulta a proprio agio: “The Greatest” – la splendida power-ballad piazzata proprio al centro della tracklist – esplode sul finale come un palloncino riempito d’acqua di novantiana memoria, mentre “Bittersuite” e “Blue” vanno a concludere un album che si candida – sin da ora ed a mani basse – tra i migliori di questo 2024.
È un ingranaggio perfetto, una sorta di Supercar musicale, il tandem formato da Finneas e Billie Eilish ed “Hit Me Hard And Soft”, in pratica, ne rappresenta il frutto più gustoso. Non sappiamo dove andrà a parare l’universo musicale nei prossimi anni, ma una cosa è certa: una delle vie più gettonate sarà proprio quella che porta all’album in questione.