Si avvicina la data di inizio del primo turno di votazioni per quando riguarda la nuova edizione delle Targhe Tenco, importante rassegna dedicata alla canzone d’autore italiana.

Una nutrita giuria composta da esperti e addetti ai lavori (fra i quali figuro anch’io da diversi anni) indicherà per ogni categoria quelli che ritiene i migliori album pubblicati nel lasso di tempo compreso tra il 1° giugno 2023 e il 31 maggio 2024.

Come sempre sono tantissime le opere selezionabili che contengono i requisiti richiesti per accedere a questa o quell’altra sezione e votare non è semplice, specie se il livello appare certamente buono come in questo caso ma senza quei 2-3 titoli capaci di spiccare clamorosamente sugli altri.

Sarà ancora più interessante quindi (oltre che motivo di inevitabili quanto puntuali discussioni) scoprire chi sarà in grado di ottenere più preferenze.

MIGLIORE ALBUM IN ASSOLUTO

Tra i migliori album dell’anno ad esempio a mio avviso ce ne sono diversi di papabili e di indubbia qualità, ma senza che nessuno possa essere definito un capolavoro.

Tra questi ritengo plausibile che un artista come Paolo Benvegnù sia visto come degno vincitore della Targa, specie dopo averla sfiorata più volte in passato ma secondo me il suo ultimo disco “È inutile parlare d’amore”, pur confermandone assolutamente il valore e risultando più accessibile dei precedenti, non rappresenta il suo vertice artistico.

Potrebbe però raccogliere proprio quest’anno i maggiori consensi, come successe anni fa a Brunori Sas il quale si aggiudicò l’ambito riconoscimento con un album, “Cip!”, che per molti non eguagliava tuttavia la forza di altri suoi precedenti.

Anche Vasco Brondi si candida per la vittoria finale, il suo secondo disco come solista (“Un segno di vita”) dopo l’esperienza a nome Le luci della centrale elettrica ne certifica infatti l’importanza tra i cantautori di ultima generazione.

Sono molto valide anche le proposte di Paolo SaporitiAndrea Satta (che tecnicamente è all’esordio con un album a suo nome e cognome, e infatti figura pure nell’apposita categoria dove potrebbe sbaragliare la concorrenza), Umberto Maria Giardini (il cui “Mondo e antimondo” avevo già indicato come mio album italiano preferito del 2023), Cesare Basile (col suo “Saracena” può concorrere anche nella categoria “Miglior Album in dialetto”, idem Tommaso “Piotta” Zanello), mentre sembrano meno accreditati, ma comunque sempre autori di dischi all’altezza, artisti come Daniele SilvestriMottaAppinoMirkoeilcaneCalcutta, Matteo Sau o i La Crus.

Voglio segnalare infine altri dischi che ho molto apprezzato nel corso degli ultimi mesi, da Marco Ongaro con “La spia che ti amava” alla coppia Michele Gazich-Federico Sirianni, autori del pregevole “Domani si vive e si muore” basato su testi inediti di Michele Straniero; dalla valente Silvia Conti con “Ho un piano B” ai redivivi Estra, di recente tornati sulle scene con l’intenso “Gli anni venti”; dall’istrionico Carmelo Pipitone con “Piedi in acqua” al raffinato Lezziero, per non dire della talentuosissima Any Other (“stillness, stop: you have a right to remember”), Marta Del Grandi (“Selva”) e R.Y.F. (“Deep Dark Blue”) che, però cantando per lo più in lingua inglese, partono un po’ nelle retrovie.

Occhio pure al mostro sacro Ivan Graziani: il suo disco “Per gli amici”, che raccoglie brani mai incisi prima, potrebbe volare altissimo nei consensi, così come il progetto “Sarò Franco – canzoni inedite di Califano”, che essendo interpretato da più artisti (tra cui i Tiromancino con la stupenda “Trastevere”), può ambire legittimamente alla Targa per il “Miglior Album a progetto”.

MIGLIORE ALBUM IN DIALETTO

Questa categoria offre da sempre una moltitudine di spunti e motivi di interesse per il sottoscritto: spesso infatti provengono da qui alcuni dei miei titoli preferiti in assoluto.

Quest’anno dal mio punto di vista partono in vantaggio Cesare Basile, già citato in precedenza, la pugliese Maria Mazzotta con l’urgente “Onde”, la bravissima Eleonora Bordonaro con il multiforme “Roda” (già con il precedente lavoro l’artista siciliana era arrivata tra le cinque finaliste, ora potrebbe davvero fare il colpaccio), Setak con “Assamanù” e le rivelazioni Mesudì con “Nodi”.

https://www.youtube.com/watch?v=nOdpk9A-6dk

Ci sono poi le certezze assolute come Davide Van De Sfroos, tornato con il vibrante “Manòglia”, Lou Dalfin con “La Meison” o il già citato Piotta con “‘Na notte infame”, lavoro profondo e autentico in memoria del fratello Fabio. Poi ci sarebbero tanti altri titoli di artisti meno noti ma assolutamente meritevoli, tra cui il veneto Alberto Cendron con “Raise Vol.II Incanti”.

MIGLIORE OPERA PRIMA

Categoria di certo tra le più significative, che nel corso degli anni ha saputo segnalare e premiare artisti destinati al successo e a continuare un percorso importante all’interno del panorama musicale nostrano.

Certo, la definizione di “opera prima” ha destato negli anni qualche “sospetto” in quanto ha compreso di fatto tra gli esordienti gente “navigata” come Manuel AgnelliCristiano GodanoFrancesco Bianconi Paolo Jannacci (che tra l’altro, a parte quest’ultimo, sono rimasti poi a bocca asciutta) ma tant’è, e attenendoci al regolamento è giusto che quest’anno compaiano (con ottime possibilità di aggiudicarsi la Targa) artisti come Andrea Satta (già pluripremiato da queste parte con i magnifici Têtes de Bois), il cui “Niente di nuovo tranne te” sa toccare le corde più profonde, ed Elisa Ridolfi, tra le massime esponenti italiane di musica fado, giunta al debutto da cantautrice con il ragguardevole “Curami l’anima”.

Molto quotati appaiono anche Massimo Silverio, la cui proposta indubbiamente affascinante, sul solco delle esperienze di Iosonouncane e Daniela Pes, potrebbe far breccia sui giurati, i Coanda con “Le vite altrove”, Marco Ancona con “Quando resta solo il nome”, Sara Parigi con “Stanza”Lamante e il suo suggestivo “In memoria di” Jennà Romano con “Personale al completo”.

Personalmente poi ho avuto modo di apprezzare anche le opere di Valerio Bruner (“Vicarìa”), Paolo Zangara (con il raffinato e notturno “Scusi, dov’è il bar?”), Irene Buselli (“Io, io, io”), il giovane Icaro (“Dove la luce finisce”), Cosimo Milone (“Miti Leggende Sogni”), il Collettivo Migrado (da una costola dei Modena City Ramblers con “Io non c’ero ma ero lì”) e Luca Di Martino (“Non importa la meta”).

Ma di certo mentre scrivo sto dimenticando dei nomi che mi ero appuntato con la promessa di riascoltare un’ultima volta, prima di dare le mie preferenze definitive: di proposte interessanti ne ho ascoltate parecchie!

MIGLIORE ALBUM DI INTERPRETE

Sono davvero numerosi gli album notevoli in lizza quest’anno per la Targa come “Miglior interprete”, con la reale possibilità quindi che più di un titolo di prestigio rimanga fuori dalla cinquina finalista.

Mi piace segnalare fra questi la raccolta di Marco Rovelli & Paolo Monti (“Concerto d’amore”), Manuel Santini con un album dedicato alle canzoni di Battisti-Panella (“Bianchissimo”), le poliedriche Chiara Raggi Giovanna Famulari (“In punta di corde”), la big Simona Molinari con l’ennesimo tributo convincente (“Hasta siempre Mercedes”, tratto da un libro che omaggia Diego Armando Maradona), Fabio Cinti Alessandro Russo che rivisitano Angelo Branduardi in “Guardate com’è rossa la sua bocca”Agnese Valle che sorprende e ci lascia senza fiato con “I miei uomini” e i Perturbazione che si cimentano, superando bene la prova, con “La Buona Novella. Dal vivo” del grande Fabrizio De André.

Mi sono piaciuti poi anche i lavori dei Renanera (“Colectivo Mediterraneo”), Fiorenza Calogero (“Vico Viviani”), Joe Barbieri e le sue riproposizioni in chiave acustica di classici napoletani in “Vulío”Lucia Rubedo (“Canto”) e la Magicaboola Brass Band (“Canzoni in chiave di brass”).

MIGLIORE CANZONE SINGOLA

Probabilmente è questa la categoria dove è più difficile pronosticare dei candidati alla vittoria finale, ma anche quella che personalmente mi mette più in difficoltà, perché fatico a volte a scegliere una sola canzone da un disco che mi è piaciuto nel suo insieme.

In ogni caso mi fa piacere nominare “La fine di un ragazzo” tratta da “Humanize” di Appino, leader degli Zen Circus (ma già qui invero altri brani dell’album potrebbero essere portati a esempio, come “Carnevale”), “In equilibrio” di Mirkoeilcane, “Dall’altra parte del mare” di Paolo Zangara, “Terraferma” di Andrea Cubeddu che da’ il titolo all’altrettanto interessante album; e poi ancora “Anime perse” di Motta, “Incendio” di Vasco Brondi, “La città dall’alto” di Zibba, “Cemento fresco” del giovane Apice, “Ti ascolto” degli Estra, “Cosa ti ricordi di tuo padre” e “Coupon” di Andrea Satta, “Trastevere” dei Tiromancino (come evidenziato qualche riga più su), “La promessa della felicità” di Federico Sirianni e “Il valzer dei tulipani” dei John Qualcosa.

Credo inoltre avranno buone chances di arrivare quantomeno in finale “La vita com’è” di Brunori Sas, “Il tempo delle cose” di Marlò ,“Ave Maria” di Margherita Vicario, “La patrona delle piccole cose” di Renzo Rubino e soprattutto “La mia terra” di Diodato, che proprio di recente con la stessa canzone si è aggiudicato il prestigioso premio “Amnesty International”, oltre al Ciak d’Oro per il film “Palazzina Laf”.

MIGLIORE ALBUM A PROGETTO

Sono contento infine che per questa edizione delle Targhe Tenco ci si troverà in difficoltà anche per segnalare tre nomi in questa particolare categoria, poiché in passato le opere inserite qui latitavano; specie l’anno scorso ricordo che il numero delle candidate era proprio esiguo.

Stavolta invece sono diversi i progetti di qualità, come “Parole Liberate volume 2″“Stagioni – Tributo ai Massimo Volume”“Shahida – Tracce di libertà”, l’album su Franco Califano, ma pure “‘Na strada ‘miezz’o mare” che rivisita in napoletano lo storico album di De André “Crêuza de mä“, “17 fili rossi +1 – Ricordando Piazza Fontana”“Music for Change – Musica contro le mafie” e l’album collettivo “Un sentito omaggio a Rodolfo Santandrea”.

Dalla moltitudine di nomi indicati avrete capito che devo ancora sciogliere delle riserve, prima di inviare le mie preferenze!

Come di consueto, da regolamento saranno tre i nomi da votare per ogni categoria nella prima fase; i cinque più votati andranno poi al ballottaggio finale per aggiudicarsi le Targhe, con i giurati che in quell’occasione potranno dare soltanto una preferenza.