Le Baby Seals sono Amy Devine (batteria e cori), Kerry Devine (chitarra e voce) e Kate Shore (basso e cori).

Si formarono nel 2014 a Cambridge e tre anni più tardi pubblicano il loro primo omonimo EP. La scena di Cambridge in quel periodo vedeva muovere i primi passi di band e artisti piuttosto interessanti come Mammoth Penguins, Beverley Kills e Pete Um. Animate da una profonda ideologia di stampo femminista, le ragazze hanno anche un particolare senso sociale e l’impegno in tal senso non manca. S’introdussero quindi, senza troppa fatica, in quel movimento musicale e sociale, l’inestinguibile corrente musicale rappresentata dalle band cosidette “riot girrrl” che in Inghilterra, in quel periodo, era (ed è ancor oggi) ben rappresentata da gruppi come Petrol Girls, Menstrual Cramps, Dream Nails, PUSSYLIQUOR solo per citarne alcuni.

Credit: Bandcamp

Nonostante da più parti si consideri la loro musica come pop-punk dalle tinte gioiose e briose, la band di Cambridge dimostra una marcata versatilità con deviazioni garage fino a sfiorare l’hard rock. Le nove tracce sono state registrate in una sola giornata nel marzo del 2023 mantenendo il suono tipico dei loro live con un caratteristico approccio DIY. Suono arricchito dagli effetti dei pedali che abbondavano nello studio di Thaxted dove il tutto è accaduto.
Anche i brani pubblicati nel nuovo disco e presenti nel loro primo EP sono stati ripresi e arrangiati dando a “Choas” una credibile originalità.

Lasciata ormai l’età dell’incoscienza, Amy, Kerry e Kate sperimentano le sfide che la vita propone quando superi i fatidici 30 anni: bambini e più impegnative responsabilità.

E’ proprio uno dei loro brani più ascoltati ” Id’d At Aldi” che si mette in evidenza la curiosa rilevanza data (o gratificazione ricevuta) nel sembrare della tua età o essere giudicata addirittura più giovane.

Sono molti i temi trattati, l’accettazione del proprio corpo viene ben espressa pure in “My Labia is Lopsided. But I Don’t Mind” che tratta della chirurgia estetica applicata alle parti più intime di una donna e in “Nipple hair” (da notare come già nella scelta dei titoli le “cucciole di foca” si divertano un sacco nonostante i temi trattati siano spesso drammatici).

L’inclusività, la diseguaglianza di genere, il potere, la libertà, i tabù, il sesso, concetti importanti spesso illustrati con un pizzico di ilarità, ritmi veloci, chitarre potenti e distorte quando serve (molto interessante il lavoro fatto in “Yawn Porn”), basso e batteria non deludono, la tastiera nel finale di “Vibrator”- indovinate di quale esperienza racconta il brano – in perfetto stile garage.

Tuttavia è nei brani in cui si rallenta che proviamo le emozioni più forti e profonde. “Chaos” e la conclusiva “It’s Not About The Money, Honey” esaltano la voce potente e allo stesso tempo intima di Kerry che negli oltre sei minuti di “Chaos” trova anche modo di rappare in un pezzo alt-rock dalle tinte ipnotiche e magnetiche.

Un detto anonimo sostiene che quello che un uomo cerca nella vita è la controprova del suo valore. Queste donne di Cambridge che dieci anni fa, in un pub, decisero di formare una band, superano brillantemente anche il nostro più che autorevole giudizio!
“Chaos” è un album tosto. Ascoltarlo è un dovere.