È un decennio strano quello degli anni Venti del Duemila. Atipico, per certi versi. Anche musicalmente, dove sembra sia in atto una sorta di perenne revival che volge lo sguardo soprattutto agli 80s.

Credit: Marcello Rotondella

Pensateci: dalla (splendida) Serie Televisiva “Stranger Things” e da quel capolavoro che risponde al nome di “Afterhours” (sì, proprio il disco di Abel “The Weeknd” Tesfaye) in poi, vi è stato una sorta di assalto a tutte quelle sonorità che in un modo o nell’altro hanno caratterizzato la decade più edonista che l’umanità ricordi. Ed in tal senso, la proposta musicale messa in atto da Il Quadro di Troisi – ovvero il trio di talentuosissimi musicisti formato dalla cantautrice e compositrice, Eva Geist, dall’icona internazionale della techno Donato Dozzy e dal producer Pietro Micioni – non fa di certo eccezione.

Epperò, il mondo delle sette note è bello proprio perché vario. I Nostri, infatti, s’infilano sì nel calderone eighties, ma lo fanno con gusto e personalità. Senza scimmiottare nessuno. Tantomeno le produzioni internazionali. “La Commedia”, questo il titolo del nuovo album pubblicato (via 42 Records) da Eva Geist e soci, è una cartolina da spedire al futuro con la consapevolezza del presente e le radici del passato. Tradotto in soldoni, si tratta di un disco di pregevole fattura. Poco da dire.

Brani quali “La Notte” o la stessa “I Buchi Neri” riescono a trasmettere, a chi ascolta, la sensazione di essere catapultati in un universo in cui eterno e futuribile riescono a parlare quasi la stessa lingua. Alienazione e mistero, leggerezza e tragedia. Sono un po’ questi gli elementi cardine di un’opera che si lascia ascoltare con immediatezza, pur essendo adornata di suoni che si pongono esattamente agli antipodi del piattume “usa e getta”.

Nelle canzoni de Il Quadro Di Troisi è possibile ritrovarsi faccia a faccia con l’alone sperimentale delle produzioni del Battiato di metà anni Ottanta e con un sound adornato di un’eleganza atavica, spontaneamente patinata, e anche per questo dannatamente cool. Provando ad addentrarci ancor di più tra le pieghe sonore del disco, non si può fare a meno di sottolineare l’incisività di una traccia come “La Verità” o le sfumature cinematografiche di un pezzone come “L’Abitudine”. In sostanza, quello de Il Quadro Di Troisi è un ritorno che conferma tutte le aspettative che il trio aveva scatenato su di sé subito dopo la pubblicazione del (notevolissimo) Ep d’esordio.

La Commedia” messa in atto da una delle formazioni più interessanti del panorama italico, è un lavoro schietto ed essenziale che arriva dritto al punto senza fronzoli o messe in scena. Più che un nuovo capitolo, dunque, un’altra accattivante pagina di un libro, sin qui, oltremodo affascinante.

Il Quadro Di Troisi è un quadro d’autore.