L’indie-pop-rock al femminile in questi ultimi anni ci ha regalato non poche soddisfazioni e ora. ai nomi pregiati e quotati che ben conosciamo. possiamo aggiungere anche quello di Sophie Negrini, in arte Janelane. La seguiamo fin dai suoi primi brani, l’abbiamo vista crescere artisticamente e non potevamo non scambiare due chiacchiere con lei su un esordio, “Love Letters“, capace di essere leggero e deliziosamente pop, senza perdere per strada un adeguato peso specifico in ambito qualitativo.
L’intervista, nella sua forma originale, è presente sul numero 525 maggio 2024, di Rockerilla
Ciao Sophie, che piacere sentirti. L’album è uscito da pochissimi giorni: puoi descriverci le tue sensazioni attuali?
Ciao Riccardo. Sono davvero molto eccitata per il fatto che finalmente il disco è stato pubblicato! Ti confesso però che, nello stesso tempo c’è stata anche una specie di anticlimax, perché avevo sentito queste canzoni per così tanto tempo. Sono comunque molto orgogliosa di tutto il duro lavoro che è stato fatto per questo lavoro e spero sinceramente che le persone amino le canzoni e che queste provochino emozioni in chi le ascolta.
Le prime tue canzoni che ho ascoltato risalgono al 2020, nel 2022 ricordo anche un bellissimo EP. Ma ora siamo nel 2024…non si può certo dire che tu abbia avuto fretta di fare il tuo primo album, giusto?
La cosa buffa è che stavo pensando di pubblicare un disco completo quando la pandemia ha colpito. La mia canzone “14 Days”, te la ricordi? Ecco, quella sarebbe stata il primo singolo estratto. L’EP “Okay With Dancing Alone” è composto da 4 canzoni che sarebbero state inserite anche in quel disco. Poi ce ne sono state un paio che ho rielaborato per questo vero e proprio esordio, ma le altre le ho accantonate. Quindi si, potremmo dire che stavo per pubblicare un disco e, a modo mio, l’ho quasi fatto nel corso della pandemia, con una modalità strana. Questo nuovo disco, però, è composto per la maggior parte da nuove canzoni il che è molto eccitante!
Vorrei iniziare con la copertina. Perché hai scelto quelle immagini sfocate?
Volevo davvero catturare le sensazioni sfocate e nostalgiche che cerco di esprimere nella mia musica. Sai, passo molto tempo su Pinterest per mettere insieme immagini che sembrino giuste e adatte. Continuavo a imbattermi nelle foto di un’artista straordinaria di nome Jana Sojka, così l’ho cercata su Instagram. Ho deciso di scattare la mia foto per vedere se le andava bene ed eccoci qui! I colori sono così belli e sognanti…mi piace tantissimo.
Il titolo del tuo album sembrerebbe dirci subito che è un disco che parla d’amore e sappiamo bene che, purtroppo, l’amore non è solo gioie e sorrisi, ma anche tristezza, amarezza e confessioni e rimpianti che, a volte, finiscono in lettere (o forse via sms, purtroppo). È un titolo che vuole già darci un’idea del contenuto dell’album?
Assolutamente sì. Ogni canzone qui presente è una lettera d’amore autobiografica su un cuore spezzato. È ciò di cui so scrivere meglio.
Sai che io vivo a Verona? Si, proprio la città di Romeo e Giulietta, uno degli amori più famosi della letteratura mondiale. Secondo te, Sophie, esiste ancora quel tipo di amore, così forte, sincero, profondo, quasi eterno, che è capace di andare contro la volontà degli adulti, che spesso non capiscono queste passioni o ormai tutto è diventato più superficiale, più veloce e filtrato da fotografie per finire sui social media?
Nonostante tutto Riccardo io credo proprio che esista! Ho sempre avuto una visione molto cinematografica della vita, dell’amore e dei problemi di cuore. Nel corso degli anni mi sono anche resa conto che alcuni comportamenti e aspettative mostrati nei film sono spesso piuttosto irrealistici o addirittura tossici e che i sentimenti d’amore più straordinari non sono quelli che posteresti sui tuoi social media. Penso che il nostro mondo sia diventato sempre più superficiale in termini di visualizzazione dell’amore sui social media, ma penso anche che, allo stesso tempo, la consapevolezza della nuova generazione sulla salute mentale e sull’essere empatici e comprensivi nei confronti degli altri stia aprendo la strada alla comprensione reciproca (e, in definitiva, all’amore reciproco) in modi che non avremmo mai immaginato.
Se dovessi pensare a due caratteristiche della tua musica direi che è sempre, splendidamente, melodica e armoniosa e poi sento spesso riferimenti al passato, come se non ti dispiacesse guardare indietro, quasi agli anni ’60. La tua musica diventa così senza tempo e mi emoziona molto. Cosa ne pensi?
È molto gentile da parte tua dirlo, perché sono così realmente influenzata dalle melodie di tanti musicisti rock, pop e folk degli anni ’60. Anche se dal punto di vista sonoro Janelane ha un suono un po’ più “rock moderno”, il cuore della mia ispirazione per le canzoni viene sempre dai Beatles. Amo anche Todd Rundgren, i Carpenters, i Byrds, Bob Lind, Big Star…
Mi piace molto l’arrangiamento frizzante e molto pop di “Dance Floor”. È sempre stato così nella tua testa?
È sempre stata piuttosto pop nella mia testa, ma non sono mai riuscita a capire come trasmettere bene il sentimento. Il mio compagno di band, Nic Hessler, è un compositore e musicista assolutamente fenomenale e gli ho mandato il demo chiedendogli aiuto per un arrangiamento. Ha capito subito cosa volevo ottenere e mi ha aiutato a renderlo molto migliore di quanto avrei mai potuto immaginare!
Per me, che adoro il guitar-power-pop, canzoni come “Useless”, “Think I’d Be Fine Without You” sono favolose, ma poi pensa che mi ritrovo quasi più spesso ad ascoltare, con la pelle d’oca, una dolce ballata dream-pop come “Since I Lost You”. E se dicessimo che sono due facce della stessa medaglia che è la tua musica? Ci sbagliamo? Non credo…
Grazie mille per le tue gentili parole, sei troppo buono Riccardo. Penso di essere costantemente in bilico tra un suono più rock e influenzato dagli anni ’90 e un suono più power-pop/folky di ispirazione anni ’60. Il mio bassista, Brian, una volta ha scherzato sul fatto che sono una folky nel cuore in un corpo da rocker, cosa che credo sia piuttosto accurata.
“Clean” mi lascia senza parole. Dal punto di vista melodico, lo trovo uno dei tuoi brani migliori in assoluto. È splendidamente arrangiato. È come lo zucchero filato per le mie orecchie che amano le chitarre, il rumore e la melodia. Sai che mi vengono in mente i The Sundays? Li conosci? Mi dici come è nata questa canzone?
Grazie mille! Ho scritto “Clean” mentre ero in viaggio a San Francisco con mia sorella. Stavo attraversando un periodo molto difficile nella mia relazione e mi è venuta fuori dal nulla mentre scrivevo sul mio quaderno una notte. Sento sempre la pressione di aggiungere parti intricate a una canzone per renderla più emozionante, ma amo così tanto Clean perché non ho ceduto al mio bisogno di farlo…forse perché avevo il cuore spezzato mentre la scrivevo, haha. È difficile da spiegare, ma quella canzone è una di quelle che ho “lasciato essere ciò che doveva essere”, se capisci quello che intendo. Oh, Riccardo, ma grazie…io adoro i The Sundays, sono una mia grande influenza, quindi mi fai un bellissimo complimento.
C’è qualcosa, nel disco, che è saltato fuori quando non te lo aspettavi?
“Since I Lost You” è stata una decisione dell’ultimo minuto! Avevo solo 9 canzoni e sentivo di dover completare il disco con un’altra. L’ho scritta quando avevo 16 anni e negli anni ho provato un milione di arrangiamenti diversi in demo, ma niente mi sembrava giusto o adatto. Per un capriccio, Joey Oaxaca (ingegnere/produttore del disco) e io l’abbiamo portata in studio e l’abbiamo registrata su una 8 tracce, abbiamo chiamato il nostro amico Bill per farci un po’ di pedal steel…e così è arrivato il risultato finale.
State già pensando a come presentare questi brani dal vivo?
Sì! Abbiamo suonato alcune delle canzoni dal vivo. In queste settimane io e Nic ci esercitiamo con le armonie vocali per prepararci agli spettacoli di lancio del disco.
Negli ultimi anni il pop-rock “al femminile” ha trovato alcune artiste fenomenali e molto apprezzate, penso alle boygenius, beabadoobee, Clairo, Soccer Mommy, Japanese Breakfast (solo per citarne alcune)…sono tutte artiste che apprezzi? Pensi di poter appartenere a una “scena musicale”?
Amo tutti gli artisti che hai elencato, ma devo dire che beabadoobee è la mia preferita! Adoro il suo modo di cantare e il suo stile di scrittura…si ispira chiaramente a tanti prolifici artisti degli anni ’90, ma aggiunge una sensazione di freschezza, qualcosa di nuovo, personale ed eccitante a ogni canzone. Spero di poter essere aggiunta un giorno a una lista come quella che hai appena fatto tu! Questa è la “scena musicale” di cui sogno di far parte!
Ti piace passare molto tempo in studio?
Sì, ma a fasi alterne! Ultimamente mi sono concentrata molto di più sulla realizzazione di contenuti per il disco…in particolare video musicali, quindi sono stata rintanata a casa a fare editing. Joey e io abbiamo in programma di registrare nuove canzoni proprio in questi mesi, quindi sarò molto più presente in studio!
Grazie ancora Sophie, sei stata gentilissima. L’ultima domanda va inevitabilmente a uno dei miei eroi che, ho visto, produce il disco e suona con te, ovvero Nic Hessler che hai citato prima. Quando lo vedi, digli che lo ammiro molto e che conservo gelosamente i suoi due 7″ a nome Catwalk, ovvero “(Please) Don’t Break Me” e “One By Words”. In che modo la sua presenza e il suo lavoro ti hanno aiutato?
Grazie a voi. Per quanto riguarda Nic, beh, glielo farò sicuramente sapere. Nic è un genio assoluto, è forse il più straordinario autore di canzoni che io conosca. È davvero difficile trovare musicisti con cui si possa entrare in contatto a livello melodico…ma tutto ciò che scrive ti colpisce allo stomaco (nel modo migliore possibile). Le due canzoni di questo album che ha prodotto sono le mie preferite (una delle quali è “Dance Floor”). “Tesoro” è un’ottima parola per descrivere Nic, perché credo che siamo tutti d’accordo sul fatto che il suo valore come artista sia quello di un tesoro scintillante (per non dire che poi è veramente un tenerone!).