di Alessandro Palazzo
Appuntamento ormai fisso da qualche anno per il Medimex a Taranto che segna, almeno per gli appassionati di un certo tipo di proposta musicale, l’apertura dell’estate live nel Mezzogiorno. Il riscatto di una terra spesso tagliata fuori dai grandi eventi passa quindi da Taranto, una città che muore e rinasce ogni giorno e, camminando per arrivare alla rotonda del lungomare (luogo della venue), si annusa l’aria di eccitazione di un luogo che, almeno per questo weekend, si ritrova protagonista assoluto grazie a una lineup di livello internazionale: i The Smile di Tom Yorke hanno battezzato ieri con un live di fuoco e stasera tocca a due stelle del firmamento d’oltremanica come Pulp e i Jesus and Mary Chain, infiammare il palco del Medimex.
Si parte con la band dei fratelli Reid freschi di pubblicazione del nuovo album, il ‘nienteaffattomale’ “Glasgow Eyes” e sembra subito di essere catapultati nel 1987. O nel 1992.
Chitarroni saturi, melodie appiccicose, scazzo e indolenza è la ricetta magica che li ha resi leggendari e che ci propinano a piene mani. In realtà, forse complice una resa sonora un po’ sottotono e compressa, il wall of sound preparato dalla band scozzese emerge solo a tratti e loro, con attitudine genuinamente punk, ci danno dentro ma dispensano chitarre scordate, accordi sbagliati, arpeggi steccati ma ho trovato lì la loro grandezza stasera. Finalmente qualcuno che fa “soltanto casino” e che non ci vuole insegnare come stare al mondo. It’s only r’n’r! Poi con un canzoniere del genere possono fare quello che vogliono e a rendere immortale il loro show ci ha pensato l’imbucata sul palco di Jarvis Cocker che si è unito per cantare “Just like honey”: momento commovente e allo stesso tempo irreale.
Sta succedendo davvero qui, davanti ai miei occhi e al mare di Taranto? Il loro live set è una sorta di greatest hits e chiudono con una rumorosissima “Reverence”.
Quando si spengono le luci ed arriva il momento dei Pulp, decidono di presentarsi ai loro fan mandando dei messaggi sullo schermo posto alle spalle del palco dove annunciano, dopo aver educatamente scritto ‘buonasera’, che questo sarà il live 548 della loro carriera e che ‘questo live ve lo ricorderete per il resto della vostra vita’. Frase che in verità, suscita ilarità e più di qualche ghigno divertito. Credo nessuno tra i presenti in quel momento, realizzi che quello che è apparso come un messaggio ‘sborone’ e parossistico, si rivelerà in realtà la più dolce e credibile delle promesse fatta da una pop star.
Si presentano in forma smagliante, con lo schermo che attraverso contenuti visual sarà compagno fedele di tutta la serata, rendendo lo show non solo un semplice concerto rock ma un’esperienza totalizzante con il frontman che guida il pubblico attraverso un viaggio multidimensionale con al centro ovviamente le loro bellissime canzoni. Il signor Cocker, accompagnato da una band spaziale e precisissima, incanta tutti con il suo grande carisma e doti innate di consumato ‘entertainer’ regalando davvero una performance memorabile, senza risparmiarsi infilando una dietro l’altra tutti i classici della band. Durante il live, l’istrionico leader canta, balla e interagisce divertito col suo pubblico fino all’esplosione finale di “Common people”. Chiudono addirittura con un tris, proponendo “Bar italia” (non veniva eseguita da una vita) come brano per congedarsi in questa notte indimenticabile e sembra che se fosse per lui, sarebbe rimasto a divertirci fino all’alba.
D’altronde lo aveva promesso….”questo live ve lo ricorderete per il resto della vostra vita“!