Lavorare con lentezza regala sempre grandi soddisfazioni. A che pro fare le cose di corsa, se il rischio è quello di dare alle stampe opere scialbe e anonime? Julie Christmas, l’ex cantante di Made Out Of Babies e Battle Of Mice, ci ha messo ben quattordici anni per dare un seguito a “The Bad Wife”, il suo esordio solista uscito nel lontano 2010. La lunghissima attesa per questo ritorno viene ampiamente ripagata da dieci tracce potenti e ispirate che, pur senza allontanarsi troppo dalle sonorità già esplorate in passato, sanno comunque mostrarci diversi lati inediti di un’artista dal talento cristallino ma sfortunatamente sottovalutata.
Sembra però sia giunta l’ora di scrollarsi di dosso l’infelice etichetta. Dopo il successo di “Mariner”, il disco collaborativo realizzato con i Cult Of Luna che nel 2016 fu acclamato da critica e pubblico, Julie Christmas punta definitivamente a imporsi sulle scene con “Ridiculous And Full Of Blood”, un’opera d’alto profilo scritta e registrata con il prezioso supporto del batterista Chris Enriquez, del bassista/produttore Andrew Schneider, del tastierista Tom Tierney e dei chitarristi John LaMacchia e Johannes Persson.
L’album ha tutte le carte in regola per far breccia nei cuori degli estimatori del miglior alternative metal. Sonorità di grandissimo impatto, cariche di pathos e intrise di leggere sfumature shoegaze, accompagnano la voce unica e splendida di una Christmas che, come da tradizione, non trattiene alcuna emozione, capace com’è di alternare dolci carezze a esplosioni di rabbia nel giro di pochi secondi.
Nel mix di sonorità che compongono questo ricco caleidoscopio musicale troviamo tracce più o meno evidenti di tutti i vari generi cari a Julie Christmas: noise, post-metal, grunge, post-hardcore e sludge sono le cinque colonne su cui si posa un’opera tanto massiccia quanto delicata come “Ridiculous And Full Of Blood”. Il lato heavy, oscuro e “deftonesiano” dell’artista di Brooklyn è sempre e costantemente in primo piano ma, sul fondo, si avvertono una tenerezza e un desiderio di umanità che si fanno prorompenti in canzoni emozionanti come “Supernatural”, “The Ash”, “End Of The World”, “Silver Dollars”, “The Lighthouse” e “Seven Days”, dove a farla da padrona sono eleganti melodie imbevute di malinconia e disperazione.
Un disco che, sotto diversi aspetti, presenta un’anima quasi pop. I suoni cristallini e definiti scelti in fase di produzione valgono più di un semplice indizio: Julie Christmas ha curato nei minimi dettagli i vari aspetti di “Ridiculous And Full Of Blood”, un lavoro coerente con i suoi trascorsi da artista di nicchia ma, allo stesso tempo, diretto e “immediato”.
Consideratelo pure una sorta di biglietto da visita per farsi notare dal grande pubblico; personalmente mi auguro che funzioni e permetta a questa talentuosa cantante di farsi conoscere di più. Nella speranza che un eventuale successo possa convincerla a diventare un po’ più prolifica: non sarebbe male gustarsi a breve dei bei pezzoni devastanti sulla falsariga di “Not Enough”, “Thin Skin” e “Blast”.