Il punto di domanda che compare alla fine del titolo del nuovo album di Aurora, “What Happened To The Heart?” (letteralmente, “Cosa E’ Successo Al Cuore?”), potrebbe celare una sorta di dubbio generazionale oltre che filosofico ed esistenziale.
In quest’epoca di plastica (sì, un po’ quella predetta dal caro vecchio Gianluca Grignani, quasi trent’anni or sono, nel suo disco più centrato), infatti, il “cuore” – ovvero i sentimenti, l’empatia – sembra essere stato messo da parte per fare posto al cinismo, all’apatia e ai numeri fini a sé stessi. Insomma, la cantante originaria di Stavanger (Norvegia), ritorna sulle scene musicali con un’opera che – al solito – ripudia gli oceani piatti della superficialità e che mette in evidenza tutte quelle caratteristiche che l’hanno resa uno dei nomi più interessanti del panorama mainstream (nonché una delle fonti di ispirazioni più apprezzate da “una certa” Billie Eilish). E scusate se è poco.
Da un punto di vista prettamente sonoro, invece, “What Happened To The Heart?” ci consegna un Aurora decisamente sul pezzo e maledettamente ispirata, anche se al netto di qualche lungaggine di troppo, oramai inevitabile nell’era dello streaming e dell’ascolto veloce. “To Be Alright”, per esempio, si muove su delle coordinate Eighties che ben si sposano con la (splendida) voce della Nostra. E lo stesso discorso, volendo, potremmo estenderlo pure all’ottima “Do You Feel?”, che contiene uno dei ritornelli più catchy dell’intero album.
Chi scrive, però, ha un debole per la terza traccia del lotto, “Your Blood”. Nel brano in questione, infatti, Aurora riesce a dare il meglio di sé muovendosi su delle tonalità che sarebbero pressoché irraggiungibili per tanti altri artisti (più blasonati) e catapultando l’ascoltatore in un universo vintage condito da un retrogusto che richiama fortemente ai primi anni Duemila. Ascoltare per credere. E cosa dire di “Starvation” e del suo incedere (quasi edm), se non che rappresenta uno dei pezzi più interessanti dell’album?
Provando a tirare un po’ le somme, dunque, quello di Aurora è un ritorno oltremodo convincente. Altroché. Certo, i riferimenti della musicista norvegese sono rimasti piuttosto invariati (Björk, una spruzzatina di Massive Attack), ma declinati con stile e oggettiva originalità. “What Happened To The Heart?”, in definitiva, è la risposta della cantante al punto interrogativo di cui sopra. C’è ancora linfa vitale nel mondo. O, almeno, in quello di Aurora. Tradotto in soldoni, si tratta di uno dei dischi più convincenti di questa prima metà d’anno.