David Lee from Redmond, WA, USA, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

Sono passati quasi due anni da quella serata di inizio ottobre in cui vedemmo gli Alvvays all’O2 Institute di Birmingham, proprio due giorni prima dell’uscita del loro terzo LP, “Blue Rev“, che tanto ci è piaciuto.

Ovviamente quel giorno la band originaria dell’isola del Principe Edoardo, ma di stanza da ormai parecchi anni a Toronto aveva già fatto assaggiare ai suoi fan delle Midlands numerosi nuovi brani, ma finalmente abbiamo il piacere di ospitarli anche in Italia.

Dopo il live di ieri al Circolo Magnolia di Segrate (MI) oggi i canadesi si sono trasferiti in quel di Bologna per la loro seconda e ultima data nel nostro paese.

Ci troviamo al BOnsai Garden, simpatica rassegna all’interno del Parco Delle Caserme Rosse: la città felsinea è invasa da polizia, carabinieri e militari di ogni genere per una tre giorni del G7 e questo importante impegno dell’agenda politica internazionale ci fa ritardare un attimo e, proprio mentre arriviamo alla deliziosa venue di via Corticella, riusciamo a sentire, seppur da fuori, la prima canzone della serata, “Easy On Your Own”.

C’è un numero di presenze decisamente buono oggi con persone che comunque hanno fatto comunque parecchia strada per venire ad ascoltare la loro band preferita, ma Molly Rankin e soci li sapranno abbondantemente ripagare.

Ovviamente la setlist è piena di brani dal disco più recente, anche se non mancano alcuni graditissimi assaggi dai due LP precedenti, per la gioia del pubblico emiliano.

“Very Online Guy” è una delle canzoni più interessanti della serata con quei suoi synth che sembrano volerci riportare indietro di qualche decade, ma allo stesso tempo non dimentica le sue tonalità dreamy.

Rimaniamo poi estasiati dalla bellezza di “Bored In Bristol”, altro estratto da “Blue Rev”, che ci colpisce per la sua malinconia e soprattutto per la dolcezza della voce di Molly, che sembra in qualche modo voler cullare i numerosi fan presenti stasera.

Le chitarre scintillanti e le deliziose melodie di “Atop A Cake”, presa dal loro omonimo primo album, ci ricordano perché gli Alvvays siano tra le migliori band indie-pop in circolazione: dopo ormai dieci anni dalla sua uscita, questo pezzo ancora sa regalare emozioni e allo stesso tempo risulta fresca e non manca di energia.

La bellissima “Belinda Says” ci riporta verso esplosioni shoegaze deliziate da sensazioni melodiche superlative e dalla sempre incredibile voce della Rankin, che continua a farsi apprezzare anche nella performance dal vivo, mentre la successiva “Tile By Tile” ci regala momenti synth-pop che sembrano provenire dagli anni ’80, portando con sè delicatezza ed emozioni.

Non possono mancare pezzi classici come “Dreams Tonite” da “Antisocialites”, come sempre da brividi e altamente sognante, o quel piccolo, ma incredibile inno che è “Marry Me, Archie”, cantato da tutto il pubblico, letteralmente impazzito per la band canadese.

C’è tempo ancora per un encore di un paio di pezzi chiuso dall’immancabile “Next Of Kin”, ricca di belle chitarre e di sensazioni melodiche incredibili, supportate dal sempre preciso drumming di Sheridan Riley.

Settantacinque minuti di indie-pop sognante e gentile: una serata che, salvo la solita afa che pervade l’Emilia-Romagna, è stata davvero gradevole e ci ha dimostrato ancora una volta come gli Alvvays siano una delle realtà più solide e interessanti in questo genere.