Neil Young descrisse così la fase che si trovò ad affrontare una volta raggiunto il successo: «’Heart of Gold’ put me in the middle of the road. Traveling there soon became a bore so I headed for the ditch».

Quindi, nel tempo, “Time Fades Away” (1973), “On The Beach” (1974) e “Tonight’s The Night” (1975) sono diventati la ‘ditch trilogy’.

Sono opere con cui Young ha espressamente rifiutato di sottostare a qualunque regola del music business, ha seguito la sua musa anziché ripetere una formula.

Sono una presa di posizione (non l’unica, non l’ultima) che ha forgiato la sua immagine di autore fiero, indipendente, persino divisivo – uno che ha la libertà di fare e disfare, dire e non dire a prescindere.

“On The Beach” è un capolavoro.

Trasuda, ineludibile sin dalla copertina, un sublime mal de vivre che ha radici ben articolate.

Stanno nella fine del grande sogno dei sixties – di una società libera, uguale, che potesse condividere valori di pace ed uguaglianza – e nella conseguente, brutale, presa d’atto della sconfitta di quegli ideali.

Stanno nella critica a chi quegli ideali aveva finito per distruggerli, volontariamente (Richard Nixon) o meno (Charles Manson, il proliferare dell’industria del petrolio).

Stanno nel senso di spaiamento estremo portato dall’acclamazione commerciale, alienati a fissare l’orizzonte («I went to the radio interview, but I ended up alone at the microphone / now I’m livin’ out here on the beach, but those seagulls are still out of reach») o cullando il distacco come un valore supremo («Motion pictures on my TV screen / a home away from home and I’m living in between / but I hear some people have got their dream, I’ve got mine»).

Stanno nella scomparsa di amici cari, che dispensa un velo di ulteriore tristezza e oscurità su tutto quanto.

Quando fu pubblicato, “On The Beach” fu uno shock – con i suoi volumi e la sua produzione ben poco lavorata espose il pubblico a delle asprezze sonore che, in quel momento, da parte di Neil Young erano assolutamente inattese, considerando la delicatezza di “Harvest” (ma anche quella di “Time Fades Away”).

Il fatto è, però, che l’autenticità delle emozioni ha un prezzo.

L’articolo nella sua forma originale è contenuto su ‘Non siamo di qui’ che ringraziamo per la gentile concesione

Pubblicazione: 16 luglio 1974
Durata: 39:30
Dischi: 1
Tracce: 8
Genere: Folk rock, Blues rock
Etichetta: Reprise Records
Produttore: Neil Young, David Briggs, Mark Harman, Al Schmitt

Tracklist:

Walk On
See the Sky About to Rain
Revolution Blues
For the Turnstiles
Vampire Blues
On the Beach
Motion Pictures
Ambulance Blues