Eterei, sognanti, perennemente intrappolati in una sorta di comfort-zone sonora, ma non per questo meno interessanti o fascinosamente enigmatici. Potremmo descrivere così, in maniera piuttosto telefonata ma reale, i Cigarettes After Sex dell’anno di grazia (a seconda dei casi, naturalmente) 2024.
“X’s”, la nuova opera di Greg Gonzalez e soci, trascina la band texana su di un territorio non così consono ai vecchi dettami dream-pop perpetuati dai Nostri nel corso degli anni. Con gusto e sostanza. Gli anni Ottanta, infatti, rappresentano la nuova stella cometa dei Cigarettes (e di mille altre band di questi 20’s, in verità), spogliati, però, della loro componente edonistica. In parole povere, ascoltando brani quali “Dark Vacay” e – soprattutto – “Hideaway”, l’impressione è quella di ritrovarsi di fronte ad una formazione che ha provato a cambiare un tantino rotta, affacciandosi dalle parti di un decennio oramai dannatamente inflazionato, epperò sempre presente sui radar di chi vuol provare a dare una sterzata al proprio cammino discografico.
Esperimento riuscito? Decisamente sì. Anche se al netto della solita sensazione di già sentito che spesso accompagna chi ascolta per più di un brano la voce rassicurante del caro vecchio Greg. Tuttavia, in un mondo (musicale e non solo) di cloni e cosplayer, i Cigarettes After Sex hanno deciso di restare fedeli alla propria essenza. Piacciano o meno. “Holding You, Holding Me”, probabilmente, è il punto più alto raggiunto dal gruppo americano in un album che va ascoltato con estrema attenzione per riuscire a scorgerne gli aspetti più preponderanti.
E cosa dire di “Baby Blue Movie”, se non che si candida – sin da ora – al ruolo di possibile/probabile colonna sonora di una prossima serie televisiva a tema romantico? Del resto, la forza di una band come quella dei Cigarettes, è proprio quella di risultare senza tempo in un universo che di tempo ne concede ben poco. A chiunque. Artisti compresi. E allora, provando a tirare un po’ le somme e a sbilanciarci senza incappare in pericolosissimi voli pindarici, potremmo affermare – senza timore di smentita – che il nuovo album del trio statunitense è un lavoro maledettamente convincente e che riscatta oltremodo la noia (sì, diciamolo chiaramente) del precedente, “Cry”.
“X’s”, in definitiva, rimette sulla mappa un gruppo che sembrava essersi un po’ smarrito rispetto al clamore (fin troppo roboante) che aveva suscitato agli esordi. Il nostro 7 in pagella è un voto che premia la voglia di ripartenza della band, che ha provato a puntare lo sguardo verso altri orizzonti. Non un capolavoro, dunque, ma un album godibilissimo e con una propria identità ben definita.