Rinata dopo una sosta durata ben dieci anni, la musicista scozzese è tornata quattro anni fa con un bellissimo disco di matrice folk rock “There Is No Other”, con il quale la Campbell ha esplorato territori di indubbio stile e raffinatezza. Con il nuovo “Bow to love”, la violoncellista di Glasgow riprende in maniera intima la dove aveva lasciato e mettendoci stavolta qualcosa di ruvido e cupo ma sempre dalle melodie accorate e nostalgiche.
L’ipnotica cantilena dell’opener “Everything Falls Apart” pone l’accento su tematiche spinose sulle parole “son of bitch” mentre con il successivo trittico formato dalle brevi “Do or Die”, “Spider to the fly” ,dalle atmosfere esotiche, e da “Second Guessing”, la voce della Campbell diventa sussurrata prima che il singolo che da il nome al full-length devi su ambientazioni sbarazzine e festanti. Prodotto insieme al marito Chris Szczech (Goo Goo Dolls, Kevine Devine), molte canzoni di “Bow to love” sono stati concepite addirittura in epoca pre-covid e dunque anche questo disco risente del sound di quello precedente condividendone molti tratti.
Con “Dopamine”, infatti, fanno ingresso melodie nostalgiche dal tipico sapore di ballad che prosegue con la bellissima e delicata “Keep Calm Carry On”, una delle mie preferite, e “Om Shanti Om” mentre con “Take This Poison” il climax si fa inquietante e psichedelico insieme alla bellissima “You”, caratterizzata da atmosfere claustrofobiche e inaspettate, il tutto contornata da un tripudio di archi.
L’album è un complesso di episodi tra loro collegati sia per tematiche che per i suoni, un disco sicuramente intimo e personale “in bilico tra speranza e disperazione”, come definito dalla Cambell:
“L’album parla di ciò in cui ci troviamo tutti in questo momento, della vita di ognuno come microcosmo all’interno di un sistema infinitamente più grande. L’amore fa emergere tutto ciò che è diverso da sè allo scopo di guarire e liberare. Forse queste cose orribili stanno venendo fuori in modo che possiamo sbarazzarcene e procedere per il meglio”.
Note più gioiose e sbarazzine provengono dal singolo elettro-folk “4316″ fino alla chiusura con protagonista una intensa cover dei Dire Straits, “Why Worry”.
Il nuovo lavoro di Isobel Campbell è una piacevole e scontata conferma delle sue incredibile doti di performer e paroliere, un disco complesso ma allo stesso tempo pieno di speranza e ottimismo.