Dopo diversi anni di assenza la line-up originale dei Jane’s Addiction si è riunita per una serie di live ma soprattutto per realizzare nuova musica.

Oggi, 24 luglio, è prevista la pubblicazione dell’inedito “Imminent Redemption” già svelato on-stage lo scorso maggio al Bush Hall di Londra, e a marzo dell’anno scorso la band aveva regalato ai fortunati presenti di Bakersfield, in California, prima data del loro tour americano, “True Love“, la loro prima canzone in oltre dieci anni.

In questa reunion prende parte anche il bassista originale Eric Avery, che aveva invece saltato i precedenti ritorni del 2003 (disco “Strays”) e del 2011 (“The Great Escape Artist”) ma manca all’appello un’altra figura altrettanto importante per la storia dei Jane’s Addiction.

Casey Niccoli è un artista che, stando alle biografie più o meno ufficiali dei Jane’s, è stata fondamentale per la nascita e prima crescita della band fin dai suoi esordi.

Fidanzata di Perry Farrell a metà degli anni ’80, periodo in cui a Los Angeles nascevano i Jane’s Addiction, si deve alla Niccoli la scelta del nome del gruppo e dei titoli di dischi come “Nothing’s Shocking” e “Ritual De Lo Habitual”.

Stilista della band, nei primi live Farrell prendeva in prestito i suoi vestiti per esibirsi dal vivo, regista dei video, in particolare “Been Caught Stealing” con il quale i Jane’s debuttarono su Mtv, autrice del documentario The Gift” pubblicato in VHS dopo il primo scioglimento della band, la Niccoli è da considerarsi a tutti gli effetti la prima direttrice creativa del progetto.

La copertina di “Ritual De Lo Haibtual”, disco uscito nel 1990, ritrae una scultura di Perry Farrell, Casey Niccoli, e la loro amica di allora la teenager Xiola Blue nudi abbracciati in un letto e celebrava un weekend di droga e sesso consumato dai tre successivamente ricordato anche nel brano “Three Days”. Alcuni mesi fa il bassista Eric Avery aveva postato una foto di tutta la band al cospetto dell’opera rinvenuta in un deposito: all’appello mancava solo Casey Niccoli per la quale in quell’occasione non c’è stato nemmeno il classico tag sul post.

Proprio prendendo sputo da questo scatto social la Niccoli, dalle pagine dell’Huffington Post, ha voluto raccontare di come si senta totalmente cancellata dalla storia della band:

Quando la scultura è riemersa, nessuno ha nemmeno pensato di avvisarmi, figuriamoci di includermi. Nonostante un afflusso di commenti sul post di Instagram in cui si chiedeva alla band di darmi credito, non ho ricevuto risposta da nessuno dei soggetti coinvolti. Purtroppo, questo è un tema ricorrente nelle collaborazioni tra uomini e donne nelle coppie romantiche.

Nell’articolo l’artista racconta di come abbia finanziato inizialmente il giovane gruppo curandone l’estetica, le copertine, i video.

Finita la relazione con Farrell nel 1993 per la Niccoli inizia un periodo di forte difficoltà legato all’abuso di stupefacenti, condizioni che la porta a trovare un accordo con i musicisti attraverso il quale lei rinunciava a tutti i diritti sulle opere create per la band in cambio di una piccola somma di denaro:

Disperata e senza una casa, ho accettato in via extragiudiziale una piccola somma di denaro per compensarmi per un lavoro per il quale non sono mai stato pagata: soldi che sono durati a malapena un anno. In cambio, ho ceduto tutti i diritti di profitto dall’arte o da qualsiasi profitto futuro legato alla band. A quel tempo la band si era sciolta e mi dissero che non si sarebbero mai riuniti. Ma non è quello che è successo. Man mano che il successo della band cresceva, mi sono ristretto negli abissi della dipendenza.

e ancora:

Con il passare degli anni, non potevo ignorare i cambiamenti inquietanti. Perry e io non ci parliamo probabilmente dal 1999. Senza alcuna comunicazione diretta, ho notato che Perry ha lentamente smesso di menzionare il mio nome nelle interviste sulla storia della band e sull’artwork. Ciò che una volta chiamava “noi” divenne “io”. Sono stato completamente cancellato dalla storia della band su Wikipedia. La parte più preoccupante è stata la lenta erosione della mia impronta artistica, unita alla mia totale mancanza di accesso all’arte stessa che ho creato.

Puoi leggere l’intero articolo qui.