Primo album in una decina d’anni, i tre australiani battono inaspettatamente il colpo, ritrovando la strada mai persa che porta al cambiamento, individuando nella passione, nell’amore puro il motore che cambia le cose, il desiderio come fonte di rinnovamento, come un angelo caduto dal cielo che manda la sua linfa a rimpolpare le nostre alterne emozioni, come sembra suggerire la bella copertina vagamente impressionista, come se vi fosse un’urgenza in questi tempi aridi di un ammonimento sulla necessità di fiammate di passione, un appello antico quasi di un suono invocatorio verso il mistero dell’amore.
D’altra parte, il miscuglio apparentemente disorganizzato della combinazione fra chitarra, violino elettrico e drummng del trio, con qualche pattern di piano di sottofondo risulta ancora una volta decisamente il più appropriato per tracciare un flusso emotivo così intenso, che nasce da una situazione caotico magmatica e poi prende corpo e profondità soprattutto nel suo dipanarsi, in una soluzione di continuità a volte snervante, ma sempre carica di un percorso che arriva prima o poi a fuoco.
In questi 6 movimenti a tema, Warren Ellis e company alternano sfuriate degne di GBY!BE come la prima composizione, per poi continuare con ballate insistite, dove il filo spesso viene mantenuto dal collante dell’andamento del suono del violino, con un drumming sincopato e straniante, il che ricorda le atmosfere liquide dei Necks, ma con un sentimento decisamente più languido e apparentemente doloroso.
Ma non è il dolore che connota l’album, è più un affrontare le onde impetuose del destino, una jam lunga 40 minuti che segue il flusso dell’improvvisazione, la discesa di tre cavalieri del tempo con le loro sagome da eterni erranti che di tanto in tanto cercano di rapire la consistenza delle vibrazioni, in un immaginario contestuale in cui la presenza spirituale e una compenetrazione con l’influsso di una natura circostante ispiratrice, provano a dare dimensione dell’altalenante gioco di emozioni a cui veniamo sottoposti, in un saliscendi di pathos tra un dare e ricevere , nella originale interpretazione musicale che i Dirty Three danno al concetto di amore.