Da qualche anno ormai il venerdì è il giorno della settimana consacrato alle uscite discografica. Quale migliore modo allora per prepararsi mentalmente all’imminente sospirato weekend se non quello di passare in rassegna le migliori album usciti proprio nelle ultime ore ?
I dischi attesi per mesi sono finalmente tra noi… buon ascolto

EMPIRE OF THE SUN – “Ask That God”
[Capitol]
pop, elettronica

Emperor Steele e Lord Littlemore tornano con la loro prima raccolta in otto anni. Descritto da Steele come:

un adolescente che si ribella alle sue emozioni immaginarie“, il brano si basa sulla premessa di “Ask That God”, una zona in cui la realtà e l’immaginazione si confondono e si deformano. È stato un viaggio diverso da qualsiasi altro intrapreso dagli Empire Of The Sun. Quando si tratta di esplorare sia il proprio io che il mondo esterno, noi ci spingiamo sempre “là”

dice Littlemore a proposito dell’esperienza dell’album:

Questo lavoro rappresenta il più grande cambiamento di coscienza che il nostro mondo abbia mai visto e questo si riflette nella musica.

WAND – “Vertigo”
[Drag City]
psychedelic rock

Sono passati oltre sei anni dall’uscita di “Laughing Matter“, il quinto LP dei Wand. Registrato “Vertigo” nel loro studio meticolosamente costruito, tagliando pezzi da oltre 50 ore di improvvisazioni dal vivo e scrivendo dall’interno delle loro performance per rimodellare ogni traccia. Durante il processo, ogni membro ha assunto una nuova posizione oltre a quella precedente: un approccio intuitivo e stranamente privo di ego che li ha spinti in un territorio inesplorato. Per arrivare a “Vertigo” i quattro si sono impegnati e ricominciati, senza paura di espellere in un costante slancio positivo in avanti, finché non si è formato un disco: un volo polposo e atmosferico attraverso la nebbia, dove le canzoni scivolano su tagli di geni e geni, catturano beatcape e colonne sonore, e trovano melodia su ansiosi battiti rock tirati nell’etere e risputati fuori di nuovo. “Vertigo” è stato registrato, prodotto e mixato interamente dalla band, con una colonna sonora di effetto cinematografico con archi e fiati arrangiati da Evan Backer: viola, violoncello, violino, contrabbasso, flauto, tromba, corno francese, trombone, tuba, sassofono e percussioni sensoriali.

CRACK CLOUD – “Red Mile”
[Jagjaguwar]
alternative rock, post-punk

La band di Calgary, Canada, ha registrato il nuovo album tra la propria città e la gloriosa Joshua Tree in California, influenzata dalla wave e dal pop sofisticato degli anni ’80, ma anche dalla tradizione e dall’etica punk. Zach Choy dei Crack Cloud, deus ex machina del progetto, per il nuovo album dice di essersi ispirato alle sue radici cinesi, ai racconti di vita dei nonni sotto il regime di Mao e alla grandiosa maestosità del deserto del Mojave in cui i Crack Cloud stavano registrando il nuovo album.

ALEX IZENBERG & THE EXILES – “Alex Izenberg & the Exiles”
[Domino]
folk, psychedelic

I paragoni pesanti si sprecano: il folk armonico dei Fleet Foxes, gli inni progressive dei King Crimson, le influenze del filosofo Alan Watts. L’omonimo terzo disco del cantautore californiano promette di essere il più forte della sua vivace carriera, impreziosito dalla produzione del magistrale Phil Ek.

BILL CALLAHAN – “Resuscitate!”
[Drag City]
folk, songwriting

Il disco cattura Callahan dal vivo al Thalia Hall di Chicago il 22 marzo del 2022 accompagnato da Matt Kinsey alla chitarra, Dustin Laurenzi al sax e Jim White alla batteria ai quali si aggiungono come special guest Nathaniel Ballinger al piano, Pascal Kerong’A alle voci, Nick Mazzarella al sax, Joshua Abrams al guembri e Lisa Alvarado all’harmonium. Callahan racconta così il disco:

Questo è un album dal vivo catturato dal tour di “YTI?A??“. Le canzoni tendono a mutare dopo essere state registrate. Queste canzoni stavano mutando più velocemente del solito. Come qualunque cosa sia accaduta a Bruce Banner in laboratorio, sapevo che queste canzoni avrebbero acquisito dei superpoteri. Per quanto mi riguardava, questo cambiamento doveva essere documentato. La cosa migliore nel documentare qualcosa è che dà al creatore il permesso di andare avanti se lo desidera. Di solito preferisco andare avanti.

e ancora:

Queste canzoni sono state registrate a Chicago, nel cuore dell’America. E in uno dei migliori club del paese, cerco di lavorare solo con locali che non siano coinvolti con Live Nation/Ticketmaster. Thalia Hall, tesoro. Rimani libero.

CULTS – “To the Ghosts”
[Imperial]
alternative-rock

“To The Ghosts” è stato realizzato meticolosamente; le prime idee risalgono al periodo della pandemia, quando scrivevano musica nei giorni feriali dalle 10 alle 17, senza scadenze o distrazioni. L’album è stato scritto e registrato nell’appartamento di Brian Oblivion; nel 2022 si sono recati a Los Angeles per collaborare con il produttore di lunga data e fidato confidente creativo Shane Stoneback, perché nessuno sa leggere la nostra mente come lui, scherza Madeline Follin. “To The Ghosts” è stato co-prodotto dai Cults e da Shane Stoneback, mixato da John Congleton e masterizzato da Heba Kadry.

BLUR – “Live at Wembley Stadium”
[Parlophone]
brit-rock

Il disco documenta il concerto che ha visto la band inglese suonare davanti a 150.000 persone in due serate nel luglio dello scorso anno e vedrà la luce il prossimo 26 luglio via Parlophone in triplo vinile, doppio cd e doppia cassetta. I Blur hanno inoltre annunciato anche un film del concerto, “Blur; Live At Wembley Stadium”, che uscirà nei cinema nel Regno Unito e in Irlanda il prossimo 6 settembre. Un altro documentario sulla loro reunion era già stato annunciato in precedenza, “To The End”, e arriverà nei cinema inglesi a partire dal prossimo 16 luglio. Qui è possibile trovare i biglietti.

BEN SERETAN – “Allora”
[Tiny Engines]
alternative, songwriting

Il nostro amato Ben Seretan debutta su Tiny Engines con l’atteso atteso seguito dell’acclamato “Youth Pastoral” pubblicato nel 2022.

NATHAN BOWLES TRIO – “Are Possible”
[Drag City]
alternative, songwriting

Finiti in studio insieme nel 2018 in occasione di “Plainly Mistaken”, disco che Nathan Bowles pubblicò nell’ottobre di quello
stesso anno, Nathan, al banjo, tastiere e percussioni, Rex McMurry alla batteria e Casey Toll al contrabbasso e chitarra
si consolidano oggi come trio per un disco pubblicato dalla solita, preziosa, Drag City.

PORTER ROBINSON – “Smile! :D”
[Mom+Pop]
elettro-pop

Ritorno alle origini per il produttore della Carolina del Nord che dopo una fruttuosa incursione in territori EDM sforna un lavoro nostalgico e al contempo gioioso, pieno di synth massimalisti e godevoli melodie vocali.

ROBBER ROBBER – “Wild Guess”
[self-released]
punk, alternative rock

Tra post-punk e garage il debutto dell’interessante quartetto del Vermont guidato dai multistrumentisti Nina Cates e Zack James.

GHOST – “Rite Here Rite Now”
[Universal]
hard rock

I Ghost pubblicano la loro prima colonna sonora: “Rite Here Rite Now” è molto più di un concert movie, contiene una parte dal vivo con brani tratti dal loro rituale concertistico ed una parte narrativa. Le performance dal vivo comprendono una selezione di brani dai loro cinque album e sono tratte dalle due serate conclusive al Forum di Los Angeles del tourdel 2023. Le parti narrative sono invece scelte e rivisitate dalla serie Chapters del loro canale YouTube.

PAT METHENY – “MoonDial”
[BMG Modern Recordings]
jazz, fusion

Il suono di “MoonDial” è caratterizzato da una chitarra baritona custom made realizzata da Linda Manzer, tra i migliori liutai al mondo e stretta collaboratrice di Metheny. Abbinata a un nuovo tipo di corda in nylon prodotta in Argentina, questa chitarra ha permesso al musicista americano di utilizzare un sistema di accordatura che lui stesso riteneva possibile solo con l’uso di corde in acciaio. La gioia per questa nuova configurazione dello strumento lo ha spinto, per la prima volta, a concepire, registrare e pubblicare un album pur essendo in tour: “È un mondo nuovo bellissimo, ricco e con una sensazione di infinito.”
La scelta del repertorio di “MoonDial” è una combinazione di inediti e standard ispirati allo strumento. Tutto il materiale esprime una vibrazione che Metheny chiama “contemplazione intensa“, ovvero lo strumento al centro della scena.

CASTLEBEAT – “Stereo”
[Spirt Goth]
synth-pop, dream-pop

Josh Hwang si muove sempre in modo eccellente tra rimandi agli anni ’80, synth-pop minimale e onde dream-pop, ne risulta così un disco affascinante e coinvolgente che i fan di CASTLEBEAT, ormai più che un nome una sicurezza, non potranno che apprezzare. Si balla, si muove il piede e la testa, ma ci sono anche parti più intime, raccolte e malinconiche.

MAITA – “want”
[Fluffly & Gravy Records]
indie-rock

In questo nuovo disco la cantautrice americana di origini giapponesi propone un turbinio confuso di indie rock e malinconia, offrendo uno sguardo tagliente su una relazione in tumulto.

HUMANIST – “On the Edge of a Lost and Lonely World”
[Bella Union]
indie-rock

“On the Edge of a Lost and Lonely World”, il secondo album del progetto Humanist di Rob Marshall, mette in mostra il talento vocale di una serie di artisti iconici. Questo cast scelto naviga in una magistrale espansione del mondo sonoro degli Humanist, ampliando e approfondendo il terreno esplorato per la prima volta nell’apprezzato album di debutto del 2020, consolidando ulteriormente l’emergere di Rob Marshall come cantautore, compositore e produttore con una singolare visione musicale.