Mica male ‘sto ritorno di Jeff Tweedy e soci. Anzi. A nemmeno un anno dalla pubblicazione del precedente “Cousin” (settembre 2023), prodotto da Cate Le Bon, i Wilco ritornano sulle scene musicali attraverso un Ep – “Hot Sun Cool Shroud” – che rappresenta una sorta di sommessa incursione estiva da parte dei Nostri.
Sei brani senza fronzoli, sei brani che rimettono in pista la band di Chicago e in cui la formazione statunitense riesce a spaziare su più fronti sonori senza perdere mai di vista la propria identità musicale. Certo, ne è passata di acqua sotto i ponti dall’alt-country degli esordi. Adesso Tweedy e gli altri sciorinano un repertorio maledettamente variegato, decisamente più ricco e complesso, che non si distanzia totalmente dagli esordi, ma che trascina il bagaglio artistico dei Wilco verso orizzonti ancor più interessanti.
Prendete un pezzo come “Ice Cream”, per esempio: con il suo dream-pop al gusto della calura estiva, il gruppo americano potrebbe aver scritto uno degli inni estivi meno inno estivo di sempre. E scusate il gioco di parole. “Hot Sun”, invece, è un pezzo bruciante di prima classe. Fiamme e semplicità. Potremmo sintetizzare così, in effetti, l’open-track di un extended play che si muove su delle coordinate dannatamente convincenti.
Fatta eccezione, probabilmente, per il breve strumentale “Livid”, che – almeno ai nostri timpani – appare più come un mero compitino buttato lì, che come un vero e proprio brano degno di questo nome. Epperò, se una traccia come “Annihilation” potrebbe ritrovarsi facilmente su di un qualsiasi album dei Wilco, al netto di un bel riferimento ai Beatles di “Revolver”, e se la conclusiva “Say You Love Me” può essere annoverata – senza ombra di dubbio – tra le migliori ballate mai realizzate dal caro vecchio Jeff, allora abbiamo a che fare con un lavoro vero, concreto, sostanzioso. Inaspettato ma per nulla ordinario o scontato.
Insomma, la band a stelle e strisce ha confezionato un piccolo gioiellino estivo che rallegrerà i palati fini della prima ora e che potrebbe far conquistare nuovi adepti ai ragazzoni di Chicago. In definitiva, “Hot Sun Cool Shroud”, più che una parentesi – nell’ormai oceanica discografia dei Wilco – è un’opera di tutto rispetto che trasuda creatività compositiva da ogni sua nota. Giù il cappello, dunque, per Jeff Tweedy e la sua nuova creatura.