I soliti Sea Girls. La band londinese, infatti, ritorna sulle scene discografiche con un disco – “Midnight Butterflies” – che nulla toglie e nulla aggiunge al proprio campionario musicale. Già. Perché, se “Open Your Head” era stato un lampo (di genio) e “Homesick” una certezza, l’ultima fatica di Henry Camamile e soci è un lavoro onesto, diretto, ben confezionato, ma decisamente in linea con il recente (recentissimo) passato dei Nostri.
Insomma, sempre lo stesso “party” sonoro a cui – nonostante tutto – si accetterà di partecipare con la speranza di assistere ad eventuali colpi di scena (Spoiler: non ci saranno). I riferimenti, del resto, sono i medesimi da anni: ovvero, tutte quelle band che partono dai The 1975 e arrivano fino ai The Killers. Come in una sorta di kermesse canora ad ampio raggio che potrebbe intitolarsi – piuttosto allegramente – Già Sentito Fest.
Detto ciò, il terzo disco dei Sea Girls è un insieme di tracce che scorrono via senza troppe pretese e che al loro interno, volendo, conterrebbero pure delle ottime intenzioni (e intuizioni). Prendete un pezzo come “Horror Movies”: cos’altro potrebbe essere se non un’ottima scusa per realizzare una colonna sonora per pomeriggi estivi e senza pretese? “Superman”, invece, è uno dei brani più catchy del lotto, anche se rivestito dell’epica ancestrale perpetrata – nel corso del tempo, oramai – dal gruppo britannico.
Sgomberando subito il campo da facili (ma sbagliate) elucubrazioni, “Midnight Butterflies” è un album che si eleva un tantino oltre la sufficienza, ma che non regala l’auspicato salto di qualità ai Sea Girls. Un po’ come accadeva durante alcuni compiti in classe al Liceo, quando si era convinti di aver studiato abbastanza e invece si naufragava dignitosamente tra le pieghe scomode dei soliti errori. Eppure, quando vogliono, i quattro ragazzi inglesi sanno scrivere canzoni come Dio comanda. “Polly”, per esempio, rappresenta uno dei veri e propri highlights del disco. Si tratta, infatti, di un pezzo in cui la chitarra di Rory Young disegna delle traiettorie glitterate che trasportano l’ascoltatore in un universo che qui appare sia scanzonato che maledettamente poetico.
In definitiva, “Midnight Butterflies” è un disco che piacerà agli ammiratori della prima ora della band londinese, ma che difficilmente riuscirà ad arrivare a platee un po’ più vaste. Ad ogni modo, ai Sea Girls vanno riconosciute un’indubitabile coerenza stilistica e un gusto per “gli inni della porta accanto” difficilmente riscontrabili in altri lidi. Benino, dunque. Ma il mainstream – sogno mai celato da Camamile – è ancora utopia.