Belli ruvidi questo londinesi PURS, eppure il loro shoegaze che non gradisce i toni ritmici non troppo elevati è decisamente capace di mantenere sempre un soffio di delicatezza e raccoglimento. Non c’è quindi la necessità costante da parte della band di stordire l’ascoltatore con feedback troppo acceso o batteria che picchia sagace, no, i ragazzi prediligeono muoversi sinuosi e avvolgenti, a tratti quasi abbracciando il dream-pop più che lo shoegaze, come nelle oniriche e suggestive “Tear” o “A Wish”.

Poi, come dicevamo sopra, non manca anche un lato sonico che soddisferà chi cerca anche le cose più rumorose (“Utile” è perfetta, a dir poco perfetta), ma prendiamo ad esempio “Resolve” o la conclusiva “A/f”…la band qui non si lancia in cavalcate ma anzi, mantiene ottimamente saldo il timone del rumore senza dimenticare anche un taglio suggestivo, evidente nel cantato di Mandi Goodier, quasi carezzevole.

Non male anche quando l’atmosfera si fa quasi psichedelica e visionaria come in “Dissipate”.

Insomma i londinesi hanno svariate frecce al loro arco e ci sembra le stiano usando decisamente bene.

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