Credit: Alex Lovell – Smith

Se n’è andato a sessantuno anni Martin Phillipps, fondatore dei The Chills e pezzo di storia della musica neozelandese. Una vita fatta di cadute e rinascite la sua, raccontata in buona parte nel documentario  “The Chills: The Triumph and Tragedy of Martin Phillipps” del 2019, che ne ripercorre la carriera accidentata,  i frequenti problemi di salute e il non voler sacrificare la qualità delle canzoni anche a costo di inimicarsi buona parte degli ex componenti di una band che ha avuto più di venti formazioni diverse. Dieci brani per ricordare un artista senza compromessi.

10. – Pyramid/When the poor can reach the moon
2015, da “Silver Bullets”

Primo disco dopo una lunga pausa, anni frustranti sotto ogni punto di vista terminati con la firma per la Fire Records. “Silver Bullets” è un album solido, che riprende e attualizza alcune caratteristiche del Dunedin Sound che i The Chills hanno contribuito a creare  ma sa sperimentare come dimostrato ampiamente da questo brano che riassume in otto minuti le tante anime di Phillipps e soci.

9. – In Harmony
2018, da “Snow Bound”

L’insospettabile nuova vita dei The Chills nel nuovo millennio  ha regalato tre album assolutamente dignitosi, ben suonati e congeniati. Le chitarre jangle, le melodie pungenti e delicate,  la freschezza di “In Harmony” rivelano l’entusiasmo di un ragazzino mitigato dall’esperienza del musicista di lungo corso, un Martin particolarmente ispirato.

8. – Monolith
2021, da “Scatterbrain”

“Scatterbrain” il disco più recente che vedeva Martin Phillipps circondato da musicisti giovani  di cui aveva imparato a fidarsi. “Monolith” singolo grintoso di un album altrettanto lucido e vario, che completa un’ideale trilogia iniziata con “Silver Bullets” e suggella uno dei ritorni più graditi e inaspettati del rock indipendente.

7. – Rolling Moon
1986, da “Kaleidoscope World”

La storia dei The Chills è strettamente legata a quella dell’etichetta Flying Nun che ha pubblicato i primi singoli e il primo album della band neozelandese. “Kaleidoscope World” è una raccolta di rarità e  degli EP usciti nei primi anni ottanta tra cui spicca un piccolo grande classico come “Rolling Moon” imprescindibile per chi vuol conoscere i primi The Chills.

6. – Doledrums
1986, da “Kaleidoscope World”

I The Chills sono stati per anni una band “da singoli” e “Doledrums” ne è l’ennesima dimostrazione. Amato ma non da tutti i fan storici che accusavano la band di voler “fare le rockstar” soprattutto a causa di questo video piuttosto popolare all’epoca in Nuova Zelanda, odiato da Phillips che si è detto disgustato dal risultato.

5. – I Love My Leather Jacket
1986, da “Kaleidoscope World”

La morte del bassista Martyn Bull di leucemia nel 1983 ha segnato profondamente la storia dei The Chills che ancora non avevano raggiunto la notorietà. La sua giacca di pelle Bull l’ha regalata a Martin Phillips  che ha scritto un altro singolo molto amato.

4. – Wet Blanket
1987, da “Brave Words”

Il primo storico album pubblicato come detto dalla Flying Nun.  Dopo una lunga serie di singoli ed EP  di gran livello c’era molta attesa per “Brave Words”. I The Chills si erano trasferiti a Londra, avevano lavorato con Mayo Thompson dei Red Krayola su un gruppo di canzoni che avrebbero segnato l’inizio della loro fortuna. La chiave di “Wet Blanket” è una certa semplicità in testo e melodie, essenziale e riuscita.

3. – Pink Frost
1986, da “Kaleidoscope World”

Uno dei brani simbolo dei The Chills, registrato nel 1982 ma pubblicato come singolo solo nel 1984 per poi essere inserito nella compilation “Tuatara” e in “Kaleidoscope World”.  Il lato più dark e malinconico di Martin Phillipps con il basso di Martyn Bull che trascina e convince, vera spina dorsale di uno dei testi più volitivi e umorali scritti dal vulcanico frontman.

2. – The Male Monster from the Id
1992, da “Soft Bomb”

L’album più complesso e ambizioso dei The Chills è sicuramente il terzo, quello in cui forse per la prima volta Phillips aveva i mezzi economici per dar vita alla sua visione musicale. Un sapiente equilibrio tra pop e rock, brani grintosi e altri decisamente introspettivi, arrangiamenti orchestrali e chitarre come quelle irresistibili di  “The Male Monster from the Id”.

1. – Heavenly Pop Hit
1990, da “Submarine Bells”

I The Chills firmano per la Slash costola della Warner Bros e sfornano il loro disco più famoso, “Submarine Bells”.  “Heavenly Pop Hit” che di quell’album era il singolo è una perfetta fusione di spensieratezza e malinconia, chitarre lievi e un testo intelligente, ancora molto attuale, un sound privo delle asprezze dei primi album ma capace di lasciare il segno.